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E adesso “Repubblica!” Sbanca le generali spagnole in Catalogna Esquerra Republicana. Sanchez scarica la destra, mentre il duo Junqueras-Puigdemont preparano il referendum 2.0

“La Catalogna ha le chiavi della Moncloa “, hanno detto i repubblicani di  Esquerra Republicana de Catalunya (ERC) quando, durante la notte, hanno saputo con certezza della straordinaria vittoria elettorale.  La Catalogna sarà la flebo della governabilità che pesa oggi su Pedro Sánchez ma che, soprattutto, passa attraverso le sbarre di Soto del Real dove è detenuto il leader repubblicano di ERC, Oriol Junqueras. La sinistra indipendentista si è imposta per la prima volta in un’elezione generale in Catalogna con 15 seggi contro i 12 dei socialisti, e per la prima volta che si vincono le elezioni generali con la potenza di un singolo partito separatista; per la prima volta un candidato viene imposto dal carcere.

Oriol Junqueras ha cancellato tutte le linee rosse prima di iniziare la campagna e lo ha certificato nella sua prima connessione elettorale dalla sala per videoconferenze dalle celle spagnole di Soto. I repubblicani non avrebbero permesso né un governo di destra attivo o passivo dall’articolo 155 e si sono presentati come un vaccino contro un’alleanza dei Ciudadonos e del PSOE, quindi se Sánchez penserà di optare per l’alleanza con Podemos, a questo punto l’astensione dei repubblicani sarebbe garantita.

La destra non ha ricavato nada dalla conversione del conflitto catalano come sua bandiera della campagna elettorale. I Ciudadonos hanno vinto più di 75.000 voti, ma l’effetto di Inés Arrimadas è rimasto circoscritto nei cinque seggi che aveva già raggiunto nel 2016, mentre il PP ha perso 270.000 voti e Cayetana Álvarez de Toledo ne sarà il rappresentante esclusivo. Boom dell’estrema destra di Vox che ha ottenuto una rappresentanza a Barcellona con un solo posto, passata da 198 voti nel 2016 a 147.000 travasati dall’emorragia nel Partido Popular (PP).

Ma dopo la vittoria di Junqueras, i repubblicani ora si aspettano l’indipendenza. Si aspettano il referendum 2.0, 2019/20.

Faccia a faccia con il lider maximo, esiliato, Carles Puigdemont in Europa, sull’Europa, mentre prepara l’attacco alla posizione di Juncker. La Corte Suprema aveva già annunciato la sua disponibilità a consentire ai candidati imprigionati di ritirare le accuse se fossero stati rieletti. La squadra di Junqueras fa ingresso alla Moncloa e fa tremare Madrid. La visualizzazione del loro leader al Congresso, dopo aver vinto le elezioni generali in Catalogna è lo specchio della Waterloo neofranchista. “Se potessi intervenire …”, e un sorriso sfugge, mentre la gente catalana scoppia in lacrime di gioia e potenza. Gridano nella stazione Nord di Barcellona, nei quartier generali elettorali della corazzata repubblicana, con grida di indipendenza subito! Quelli di Puigdemont videro un’opportunità nell’aumento della partecipazione che alla fine non si trasformò in voti, ma adesso promettono che “Faremo bene”, ha detto l’ex presidente in collegamento da Bruxelles con Barcellona.

E adesso “Repubblica!”

Daniel Losada Seoane

Llibertat presos polítics

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