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Il governo svizzero prende posizione sulla repressione in Catalogna

Il tema della repressione in Catalogna entrerà ancora una volta nel Parlamento svizzero. Questa settimana, il deputato socialista Christian Dandrès ha registrato una richiesta affinché il governo federale svizzero si pronunci sulla questione e spieghi se intende intervenire presso la comunità internazionale per aiutare la risoluzione politica della questione catalana. La lettera, firmata da 22 deputati svizzeri, per lo più del Partito socialista svizzero, è stata registrata il 5 maggio e dovrebbe ricevere una risposta dall’esecutivo federale nella prima metà di giugno.

Le quattro domande sulla repressione in Catalogna
Il testo di Dandrès ricorda che, dal referendum indipendentista del 1° ottobre 2017, “la repressione ha colpito eletti, ex funzionari e attivisti”, e cita i nove prigionieri politici e le oltre 3000 persone che hanno affrontato ritorsioni. “La Svizzera non deve scegliere per i popoli spagnoli e per i catalani, ma fa parte della comunità internazionale e deve impegnarsi per le libertà fondamentali, la democrazia e lo stato di diritto”, ha affermato Dandrés.  La lettera auspica il dialogo e il dibattito, “piuttosto che l’azione penale”. “Le decisioni dei giudici spagnoli di imprigionare persone che hanno esercitato la loro libertà di espressione (come i rapper Valtònyc e Hasel per aver insultato la corona), la libertà di associazione o che hanno agito nel quadro del diritto all’autodeterminazione dei popoli sono inaccettabili”, sostiene, ricordando anche che la sospensione dei diritti di congedo dal carcere per i nove prigionieri politici catalani implica un trattamento peggiore di quello che ricevono i detenuti ordinari. Per questo motivo, i deputati svizzeri chiedono al Consiglio federale del paese se intende onorare i suoi impegni internazionali e lavorare per:

Fermare la repressione contro persone che hanno agito pacificamente nel quadro dei diritti sopra menzionati.

Porre fine ai processi in corso e dichiarare un’amnistia per i condannati

Ottenere il rispetto dei diritti democratici, compreso quello all’autodeterminazione

Intervento della comunità internazionale per facilitare la risoluzione politica della questione catalana

La presenza di Vox e la legge di amnistia post-franchista
Il testo svizzero osserva anche l’insolita situazione spagnola in cui il partito di estrema destra Vox ha presentato una propria accusa, sostenendo i pubblici ministeri nei procedimenti giudiziari contro i leader pro-indipendenza. “Inoltre, il fatto che, nonostante le centinaia di denunce di feriti durante gli interventi della polizia nell’ottobre 2017, questo non ha portato a nessuna condanna”, sottolinea il testo. Per quanto riguarda la proposta di una legge di amnistia, la lettera cita la legge degli anni ’70 che concedeva l’amnistia dai procedimenti giudiziari, approvata in Spagna alla fine del regime franchista “nonostante le migliaia di morti attribuibili al regime” e la contrappone al trattamento che i condannati stanno ricevendo “come parte della repressione del referendum pacifico del 2017”.

Daniel Losada Seoane

Llibertat presos polítics

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