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Vitelli percossi e trasportati dall’Irlanda all’Europa in “condizioni terribili”

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Vitelli colpiti, ritenuti giovani ma che non hanno nemmeno due o tre settimane di vita, sono stati trovati a vivere in “condizioni terribili” mentre venivano trasportati dall’Irlanda all’Europa. Le telecamere nascoste in un centro di transito vicino al porto di Cherbourg hanno rivelato inquietanti scene di lavoratori che scalciavano e picchiavano i vitelli con i bastoni.

Atti violenti

Rilasciato dalle organizzazioni per i diritti degli animali L214 e Eyes on Animals, il filmato mostra “la violenza con cui i vitelli vengono maneggiati”, tra cui un dipendente che “ripetutamente” salta su un vitello che lo ha “gettato a terra”.

L214 spiega che: “I vitelli sono indeboliti da viaggi, fame e sete a causa della mancanza di adeguati sistemi di alimentazione a bordo.” L’anno scorso, secondo quanto riferito, l’Irlanda ha esportato più di 100.000 vitelli, principalmente nei Paesi Bassi e in Spagna. Ora, entrambe le organizzazioni per i diritti degli animali chiedono alla Commissione europea un divieto totale sul trasporto di animali non svezzati.

‘Vivono un vero inferno’

Il co-fondatore dell’associazione L214, Sébastien Arsac ha dichiarato: “Il trasporto di giovani vitelli su lunghe distanze è intollerabile: questi vitelli, appena usciti dall’utero della madre, sopportano più di 50 ore di trasporto in condizioni terribili: ammassati fino in trecento dentro un container bestiame su gomma a tre livelli; sono assetati, trattati con la violenza, vivono un vero inferno.” Hai poi esortato l’Unione Europea per “fermare il trasporto di vitelli e altri animali da latte e, in quanto consumatori – fa brillare – possiamo agire direttamente sostituendo il più possibile i prodotti lattiero-caseari con alternative vegetali”. L215 e Eyes on Animals hanno presentato una denuncia per “atti di crudeltà”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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