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“Hey tu, turista a Dublino, sei nella parte sbagliata dell’isola.” Parola di Ian Paisley Jnr

Il deputato e figlio del fondatore del DUP (Democratic Unionist Party) ha suggerito che le compagnie turistiche nordirlandesi dovrebbero “aggressivamente” informare i turisti che vanno a Dublino per dirgli “siete nella parte sbagliata dell’isola”. Ian Paisley Jnr, parlando ai delegati di Visit Belfast e Visit Derry, oggi durante un incontro parlamentare, ha suggerito che Dublino sta facendo marketing sull’Irlanda del Nord. Ha aggiunto che è tempo di “rimetterli in riga”. Il falco unionista ha quindi spiegato che “il 70% del budget investito dall’aeroporto di Dublino sull’isola è stato speso per smistare la gente nelle località turistiche del sud”, ha affermato Paisley.

“Mi stavo solo chiedendo, dovremmo avere una strategia di marketing aggressiva che dica ogni volta che scendi da un aereo a Dublino, hey, Visita Derry, visita Belfast, visita la Causeway, perché non vai a nord?’, Rimettiamo le cose come devono stare?” La singolare uscita di Paisley Jnr non è finita qui perché sapete, “La canzone che la maggior parte degli americani canta è ‘Danny Boy’ e non ha niente a che fare con la Repubblica d’Irlanda, ha a che fare con l’Irlanda del Nord.” Ha raccontato agli increduli delegati.

“Perché non abbiamo una strategia aggressiva che dica a ogni irish-american a Dublino: ‘Sei nella parte sbagliata dell’isola, devi essere al nord!”

I delegati, Gerry Lennon di Visit Belfast e Odhran Dunne di Visit Derry, hanno entrambi affermato che più marketing è essenziale, che le risorse sono strette e che hanno bisogno di più finanziamenti dal settore pubblico. Lady Sylvia Hermon, altra unionista di ferro, del UUP, ha chiesto come la Brexit influenzerà il turismo nell’Irlanda del Nord e come lo spettro di un hard-border tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda determinerà’ i flussi.

Il signor Dunne ha risposto: “Siamo come ogni altra agenzia e stakeholder, e l’ignoto è molto difficile da preparare.” Ha laconicamente risposto l’impresario.

“Come sostenitori del turismo stiamo cercando di far crescere questa economia, la nostra priorità deve essere che il viaggio del consumatore sia facile e senza interruzioni. La questione del confine è difficile e non è favorevole al turismo sull’isola, e questa sarebbe una sfida.”

Gerry Lennon di Visit Belfast ha dichiarato: “Qualunque cosa che aggiungerebbe uno strato di complicazioni alle persone che attraversano il confine  non è una buona cosa.” E ha chiarito che “abbiamo abbastanza problemi nel tentativo di raggiungere altre destinazioni, senza aggiungere alcun livello di complicazioni.”

Visit Belfast ha avuto “uno o due” convegni ma che hanno respinto Belfast come tappa centrale del loro programma d’investimenti e marketing, a causa dell’incertezza legata alla Brexit. Entrambi hanno notato che l’industria del turismo ha subito un impatto negativo a causa  dell’assenza di un ministro in carica dopo il crollo di Stormont, e che l’industria aveva lavorato a un progetto di strategia turistica con il parlamento semi-autonomo per quasi 10 anni.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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