Distretto Nord

Allister esorta gli unionisti anti-Protocollo a stare sempre più uniti

Nel corso del suo intervento, Jim Allister ha dichiarato: – “L’unionismo si trova di fronte a una svolta epocale”.

“L’unionismo sta affrontando un momento decisivo. Un momento di decisione che definirà il corso dell’Irlanda del Nord per gli anni a venire. O l’Irlanda del Nord intraprenderà la transizione dal Regno Unito attuando il modello progettato a tale scopo, il Protocollo, o l’unionismo manterrà la linea e si rifiuterà di mettere mano alla propria distruzione. Si tratta di una decisione così importante da andare oltre le questioni di lealtà di partito. Gli unionisti di diverse affiliazioni partitiche e non, sono stati finora risoluti e fermi, sia che si tratti di quelli del DUP che vedono chiaramente i problemi e stanno facendo la cosa giusta, sia che si tratti di lealisti di base che si sono mobilitati per la causa – molti dei quali hanno fatto di più dei politici affermati – sia che si tratti di noi del TUV che abbiamo cercato di mantenere una linea ferma durante i tempi calamitosi del Protocollo. Ciò che ci ha unito è la consapevolezza e la convinzione che una frontiera sul Mare d’Irlanda, comunque la si chiami, stabilita perché secondo il diritto dell’UE la GB è considerata un Paese straniero e la NI un territorio dell’UE, insieme alla conseguente sospensione dell’art. 6 dell’Atto o degli Atti dell’Unione, perché il diritto dell’UE ora governa l’economia e il commercio delle nostre merci, sono tutti smantellamenti dell’Unione e incompatibili con la nostra amata posizione di parte integrante del Regno Unito. Così, uniti, vediamo la follia di tornare a uno Stormont in cui per legge i ministri unionisti dovrebbero attuare il Protocollo e il suo disegno per tutta l’Irlanda. A quel punto i ministri unionisti diventerebbero esecutori del Protocollo, perché è chiaro che nessuno dei parametri giuridici o della portata del Protocollo è cambiato nel corso dei recenti negoziati. Se dovesse accadere il peggio e il DUP rinunciasse a lottare, allora tutti coloro che sono consapevoli dei problemi devono fare fronte comune. So quanto sia difficile e scomodo opporsi a ciò che si sa essere sbagliato all’interno di un partito a cui si è stati fedeli per lungo tempo. Non è facile. Ma quando è giusto, va fatto! Non conosco la forma o i confini di ciò che si evolverà per accogliere tutti coloro che sono decisi a continuare a resistere, ma so che nessuno deve sentirsi privo di una sede politica per farlo”.

 

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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