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C’era una volta l’Irlanda del Nord: Sempre più vittime

Dal 1969 al 1998, la storia intima del conflitto nordirlandese attraverso commoventi testimonianze oculari e rari filmati d’archivio. Questo secondo episodio si concentra sull’interminabile sciopero della fame lanciato il 1° marzo 1981 dai membri dell’IRA reclusi nel carcere di massima sicurezza di Maze per ottenere lo status di prigioniero politico. Nonostante la morte dopo sessantasei giorni di digiuno di Bobby Sands, che nel frattempo era stato eletto deputato, il Primo Ministro Margaret Thatcher rimase inflessibile e altri nove hunger strikers morirono. La popolarità del movimento paramilitare e della sua ala politica, lo Sinn Fein, era ai massimi storici.

Guerra di quartiere
“Quando ero giovane, l’Irlanda del Nord era costantemente nei notiziari […]. Da adulto, ero in grado di comprendere le grandi linee politiche alla base di questa litania di violenza, omicidi e sofferenze, ma dopo aver incontrato gli iracheni, mi sono reso conto che non avevo idea di cosa provassero le persone che avevano vissuto questa storia caotica”. Fedele al metodo utilizzato nella sua precedente serie di documentari, come in C’era una volta in Iraq, James Bluemel ha attinto a una grande quantità di materiale d’archivio per rintracciare uomini e donne di ogni estrazione sociale (ex membri dell’IRA, delle milizie unioniste o delle truppe britanniche, figli e coniugi di coloro che sono stati uccisi o imprigionati, ecc. Confrontandoli con queste immagini del passato, ha chiesto loro di scavare nel loro dolore, nelle loro ferite, nelle loro lotte, per consegnare la loro parte di verità. Ancora una volta, questo racconto intimo e corale dei “guai del c…o”, come li chiama amaramente uno dei protagonisti, offre una versione inedita della storia, aiutandoci a capire come la violenza della storia plasmi i destini individuali e si imprima nei livelli più profondi degli esseri umani. La bellezza dei filmati d’archivio e la finezza del montaggio trasmettono in modo toccante la realtà di questa guerra “di vicinato”, da famiglia a famiglia, che ha colpito soprattutto la classe operaia, proletari che condividevano la stessa cultura operaia e talvolta anche le stesse scale.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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