Distretto Nord

Dodds e Finucane smorzano i toni per fare l’occhiolino agli elettori non tradizionali

Il DUP e lo Sinn Féin hanno rimosso la questione costituzionale dal contenuto della loro campagna elettorale a North Belfast – evitando di usare i loro tradizionali colori e presentandosi come meno partigiani.

La mossa è vista come uno sforzo di entrambi i partiti per fare appello agli elettori della “terra di mezzo”, che sono l’ago della bilancia nella lotta combattuta tra il vice leader del DUP Nigel Dodds e il sindaco di Belfast dello Sinn Féin John Finucane.

Il primo sta difendendo una maggioranza di poco più di 2.000, con gli Unionisti dell’Ulster che hanno scelto di non contestare il seggio per aiutare le prospettive di vittoris del loro più grande rivale. Anche SDLP e Verdi si sono fatti da parte nella speranza di vedere eletto il candidato pro-Remain dello Sinn Féin.

In quello che sembra essere un tentativo di estendere l’appello del DUP ben oltre il voto unionista di base del partito, la normale bandiera dell’Unione e la divisa rossa, bianca e blu sono assenti sul volantino spedito dal sig. Dodd, che invece usa uno sfondo neutro con lettere rosse e nere. Allo stesso modo, Finucane ha dimenticato il verde, il bianco e l’arancione tipicamente impiegati dallo Sinn Féin e ha invece optato per varie sfumature di blu.

Il contenuto di entrambi è inoltre atipico, con Mr Dodds che trascura di menzionare la Brexit o l’unionismo, mentre il suo principale rivale evita l’uso del gaelico e sceglie di non evidenziare il desiderio di unità irlandese, adottando invece un semplice messaggio anti-Brexit.

David McCann, vicedirettore di Slugger O’Toole, ha dichiarato: “I partiti hanno sfumato il loro messaggio in diverse aree nel nord di Belfast. Sia lo Sinn Féin che il DUP devono tenere insieme un’ampia coalizione per vincere, alcuni di questi elettori non sarebbero attratti dalla loro parte con un messaggio tradizionale del partito”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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