Distretto Nord

Il leader dell’SDLP Colum Eastwood dice che la polizia vuole interrogarlo sotto cautela per la marcia della Bloody Sunday

Il deputato di Foyle ha dichiarato di essersi recato venerdì alla stazione di polizia di Strand Road per protestare contro il presunto tentativo di interrogarlo in merito alla marcia verso il tribunale di Bishop’s Street in agosto.

 

 

Il deputato di Foyle Colum Eastwood ha dichiarato che la polizia vuole interrogarlo sotto cautela in merito alla marcia verso il tribunale di Derry dello scorso agosto. Il leader dell’SDLP ha dichiarato che “nessuna persona e nessun potere potrà mai impedirgli di essere al fianco delle famiglie della Bloody Sunday nella loro lotta per la giustizia”. Il deputato nazionalista si è recato venerdì alla stazione di polizia di Strand Road per protestare contro la presunta intenzione della polizia di interrogarlo in merito alla marcia verso il tribunale di Bishop’s Street del 25 agosto. Eastwood ha dichiarato di essere uscito dopo che gli agenti non lo hanno incontrato. “Mi sono recato oggi alla stazione di polizia di Strand Road, all’orario prestabilito con la polizia, per protestare con la PSNI dopo che mi è stato chiesto di essere interrogato sotto cautela per aver accompagnato le famiglie della Bloody Sunday in tribunale ad agosto”, ha dichiarato Eastwood. “Ero lì per dire loro che non dovrebbero trascinare le vittime e le loro famiglie in tribunale per interrogarle, ritraumatizzandole per aver camminato insieme verso il tribunale dopo 52 anni di ricerca di giustizia. Nella settimana in cui è stato confermato che qualcuno dovrà finalmente affrontare un processo penale per gli eventi di quel giorno, questo processo è un oltraggio. L’SDLP è al fianco delle famiglie della Bloody Sunday da 52 anni. Sono stato al loro fianco per tutta la vita – ero con loro durante la pubblicazione del rapporto Saville, sono stato con loro durante tutto il processo per portare qualcuno in tribunale e ho preso le loro difese a Westminster. Sarò con loro fino alla fine del percorso. Non si tratta di me, ma di una lotta di 52 anni per la giustizia contro gli interessi dello Stato britannico e delle sue agenzie. Queste famiglie hanno visto la giustizia ritardata e negata per più di cinque decenni. I loro cari sono stati portati via, i loro nomi sono stati oscurati e la loro campagna imbiancata. Non c’è persona o potere che possa impedirci di essere al fianco di queste famiglie nella loro lotta per la giustizia”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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