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Inchiesta su Ballymurphy: un soldato “crede di aver sparato ad almeno un uomo armato”

Un soldato che nel corso dell’operazione a Ballymurphy esplose sei colpi di arma da fuoco pensava di aver sparato almeno ad una persona armata.

Il soldato B fece la sua dichiarazione nel 1972 ed è stata letta in tribunale.

È stato anche riferito che una busta contenente le sue generalità era stata consegnata ad un medico legale nello stesso anno.

Tuttavia quella busta e le relative informazioni sono andate perse e il Soldato B non può essere identificato.

L’inchiesta sta esaminando gli scontri armati dell’agosto del 1971, avvenuti nel corso dei disordini a Ballymurphy, West Belfast, scatenati dall’introduzione dell’internamento senza processo.

Il caporale della Royal Military Police, che interrogò il Soldato B nel 1972, è morto.

Il soldato B disse di essere in perlustrazione con un paracadutista lungo Upper Whiterock Road l’11 agosto 1971, due giorni dopo l’introduzione dell’internamento senza processo.

Mentre era in posizione nel giardino di una casa, il soldato vide due uomini che strisciavano per la strada. Uno gli avrebbe sparato con una mitragliatrice, l’altro con una pistola.

Il soldato B disse che gli uomini si erano voltati per andarsene quando lui è uscito dalla sua posizione e ha notato che uno di loro aveva sollevato la mitragliatrice mettendosi in posizione di sparo.

Nella sua dichiarazione raccontò di aver sparato sei colpi da 7,62 mm con il suo fucile a carica automatica e di aver visto gli uomini cadere.

Credeva di averne colpito almeno uno perché sentiva gemere e, mentre si spostava lungo la strada, si imbatté presto in un uomo ferito che giaceva a faccia in giù.

Seguì una scia di sangue verso un giardino, ritenendo fosse stata lasciata dall’altro uomo colpito.

Descrisse in seguito di essere diventato il bersaglio di colpi sparati lungo Whiterock Road.

Il soldato B testimoniò che un membro del ramo speciale investigativo dell’esercito gli aveva in seguito mostrato la fotografia di Joseph Corr, ma non fu in grado di riconoscerlo.

La corte ha anche ascoltato una dichiarazione rilasciata nel 1999 da una donna del quartiere.

Margaret Thompson è ora deceduta.

Disse di aver visto sparare i paracadutisti e di aver visto un uomo ferito strisciare verso le abitazioni nel tentativo di trovare aiuto.

Ha anche descritto il pestaggio di due ragazzi adolescenti compiuto dai soldati britannici.

In tribunale è stato ascoltato anche il Soldato A, adesso conosciuto come testimone M166, un caporale del Royal Army Medical Corps.

Nel 1972 dichiarò di essere stato chiamato per medicare entrambi gli uomini che erano stati colpiti.

M166 non era un paracadutista, ma era dislocato con la Compagnia C del 1° Reggimento Paracadutisti.

Ha spiegato che spesso veniva fatto salire sui veicoli dell’esercito per curare le vittime e spesso non sapeva né dove si trovasse né chi stesse medicando.

Nelle sue dichiarazioni, parlando di quel giorno a Ballymurphy, disse che era stato lasciato sulla strada che porta alla Black Mountain e sentì esplodere sporadici colpi di arma da fuoco.

Dopo essere stato chiamato per recarsi nel cuore dell’operazione, ha detto che si unì ai soldati chiedendo dove fossero le vittime.

Per primo trovò il corpo di un uomo a faccia in giù su un marciapiede fuori da una casa in Upper Whiterock Road, e non riuscì a percepire il battito cardiaco.

Disse che non poteva muovere l’uomo a causa dei continui spari, quindi si allontanò dopo pochi secondi.

M166 disse di aver trovato un secondo uomo più avanti, sempre in Whiterock Road, che stava gemendo e che aveva una ferita da arma da fuoco nella parte destra del corpo.

Lo trascinò vicino ad una barriera di metallo per assicurare una migliore copertura e di averlo medicato.

Nella dichiarazione del 1972 disse di aver riconosciuto John Laverty e Joseph Corr quando gli vennero mostrate le fotografie.

L’M166 ha detto di non ricordarsi di aver fatto tale affermazione e di non essere sicuro di come si fosse ricordato dell’aspetto degli uomini quasi un anno dopo averli visti solo per poco tempo.

Ha detto che poco dopo averli trattati aveva consegnato entrambi gli uomini a un ufficiale medico e un sergente, perché era previsto che continuasse a muoversi con la sua compagnia.

M166 ha detto che in seguito è stato guidato altrove per curare un soldato colpito da tre differenti armi, ma non ferito gravemente.

Quando tornò nella zona di Whiterock si recò a controllare entrambe le vittime civili, ma erano morti.

Rispondendo alle domande in tribunale M166 ha detto di ricordare meno dettagli su quell’incidente.

In precedenza, nel 2009, aveva dichiarato all’Historical Enquiries Team di aver assistito a molti incidenti durante i suoi servizi in Irlanda del Nord, ma ora non riusciva a ricordare tanti dettagli.

Ha anche spiegato che era insolito per lui intervenire sui civili, anche se a volte lo faceva.

Ha detto che avrebbe dovuto tenere le sue forniture mediche per le vittime militari.

A M166 è stato successivamente chiesto, da un avvocato della famiglia Corr, se avesse medicato qualcuno quel giorno.

Ha reagito con rabbia, dicendo che lo aveva fatto.

“Sono passati 48 anni, per l’amor di Dio”, ha risposto.

“Sì, lo apprezzo,” rispose l’avvocato.

“Ma non lo pensi, vero?” rispose M166.

Ha aggiunto che sebbene non avesse dovuto medicare i civili, lo fece perché era dispiaciuto per loro.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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