Distretto Nord

La denuncia per diffamazione di Gerry Kelly “completamente insostenibile” a causa delle dichiarazioni contenute nei suoi stessi libri

“Scandaloso, frivolo e vessatorio” e un abuso di procedura “così palese che sarebbe del tutto ingiusto se la corte permettesse la prosecuzione del procedimento”, è stato il giudizio del presidente della Corte Suprema di Belfast, Evan Bell, che ha annullato un’azione legale per diffamazione intrapresa dal membro dell’Assemblea dello Sinn Féin Gerry Kelly contro lo scrittore e giornalista Malachi O’Doherty. Il politico ha sostenuto che il dottor O’Doherty lo ha diffamato in due interviste radiofoniche nel 2019, quando ha affermato che il signor Kelly aveva sparato a un agente penitenziario durante un’evasione dell’IRA dal carcere di Maze, fuori Belfast, nel 1983. Oggi rappresentante di North Belfast a Stormont, Kelly è stato condannato all’ergastolo nel 1973 per aver partecipato agli attentati dell’IRA in due località di Londra e 10 anni dopo è stato coinvolto in un’evasione di massa dal carcere, durante la quale un agente penitenziario è morto d’infarto e un altro è stato colpito da un proiettile.
Ogni giornalista sa che la verità è la prima difesa contro una denuncia per diffamazione. Nella sua decisione, il giudice ha stabilito che, a prescindere dal fatto che sia stato o meno il signor Kelly o il suo compagno a premere il grilletto, il contenuto dei due libri che ha scritto successivamente sulla fuga “sembra rendere il signor Kelly civilmente responsabile, sulla base di una valutazione di probabilità, per l’uccisione del signor [John] Adams”. Alla luce di ciò, ha ritenuto che il procedimento per diffamazione fosse “completamente insostenibile”. Inoltre, dato che in uno di questi libri “ammette che durante l’evasione era armato di pistola e ha minacciato di sparare a un agente penitenziario, era quindi scandaloso e vessatorio per il signor Kelly, in tali circostanze, chiedere un risarcimento per diffamazione”. Tali procedimenti, ha sentenziato il giudice Bell, “hanno le caratteristiche di uno Slapp”, avviato “non con l’intento di difendere una reputazione lesa da dichiarazioni diffamatorie”, ma per “soffocare” le voci dei critici. “Il procedimento sembra essere uno sforzo strategico per intimidirli, privarli di tempo e risorse e, infine, metterli a tacere”. Lo Sinn Féin ha negato di aver fatto ricorso alle Slapp, o cause strategiche contro la partecipazione pubblica, definite l’anno scorso in un documento politico del governo britannico come “azioni legali tipicamente intentate da aziende o individui con l’intenzione di molestare, intimidire ed esaurire finanziariamente o psicologicamente gli oppositori attraverso un uso improprio del sistema legale”. Nel caso del dottor O’Doherty, la situazione è stata esacerbata dalla pratica di intentare la causa contro di lui in quanto individuo, piuttosto che contro le emittenti – la BBC e U105 – dove sono stati fatti i commenti. In questo modo, se decide di difendersi, deve affrontare un notevole rischio finanziario e stress personale. Questo approccio è stato utilizzato contro giornalisti e oppositori politici, tra cui Ruth Dudley Edwards – che deve affrontare un’azione legale simile per diffamazione da parte di Kelly – e il giornalista dell’Irish Times Harry McGee, che è stato citato personalmente insieme al giornale in una causa intentata da un TD dello Sinn Féin a Dublino. Lo Sinn Féin non ha una politica di azioni legali per diffamazione contro i media, ha dichiarato la leader del partito Mary Lou McDonald, ma ha aggiunto che “quando viene superato un limite… le persone hanno il diritto di usare i meccanismi a loro disposizione per difendere il proprio nome”. I media, a loro volta, sostengono che questi casi hanno effetti di vasta portata sulla libertà di stampa e sulla sua funzione principale, quella di chiedere conto ai potenti – un ruolo di vitale importanza quando il partito in questione è al governo nel Nord e spera di diventarlo presto nel Sud. La sentenza di lunedì è stata una sconfitta significativa per lo Sinn Féin nei tribunali del Nord; il signor Kelly ha dichiarato che si prenderà del tempo per studiarla con il suo consulente legale, e lo Sinn Féin farà senza dubbio lo stesso. Resta da vedere se sarà sufficiente per, nelle parole del segretario irlandese del NUJ Seamus Dooley, “far riflettere coloro che intendono usare lo Slapps”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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