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La leadership IRA di Kevin McKenna e le spallate a Martin McGuinness

 

Di Ed Moloney

La morte, avvenuta martedì in un ospedale a Monaghan, dell’ex Comandante e “Chief of Staff” (capo di stato maggiore) dell’Ira, Kevin McKenna, segna la fine di un’era nella storia del repubblicanesimo irlandese, che ha visto i primi semi del processo di pace crescere fino a un cessate il fuoco permanente che portò, alla fine, allo scioglimento e al disarmo di molte (se non tutte) organizzazioni.

McKenna era il più longevo in servizio dei capi di stato maggiore dei Provisional IRA, succedendo a Ivor Bell nel settembre 1983 – che fu processato dalla corte marziale e espulso per aver complottato contro Gerry Adams. McKenna rimase capo dello stato maggiore fino all’ottobre del 1997, quando fu sostituito da Tom ‘Slab’ Murphy.

Durante il suo ruolo come Chief of Staff dell’IRA, Kevin McKenna ha importato centinaia di tonnellate di armi dalla Libia ma ha perso la più grande spedizione di tutte, sulla nave Eksund, a causa delle notizie passate dai più alti livelli dell’organizzazione repubblicana all’intelligence britannica.
Quella perdita fece naufragare piani per lanciare un’offensiva militare a sorpresa, soprannominata “il Tet” dopo la campagna del Vietnam del Nord contro le forze statunitensi e sudvietnamite nel 1968.

McKenna guidò l’IRA a siglare il cessate il fuoco del 1994 – votando contro sé stesso in una riunione speciale dell’Army Council – ma perse la sua posizione in seguito alla ripresa delle attività , quando un nuovo Army Council venne nominato nella riunione dell’ottobre 1997.
Nella riunione la fazione guidata da Gerry Adams sfuggì di un soffio alla sconfitta per mano degli oppositori alla strategia del processo di pace.
Ma all’interno dei ranghi più alti dei Provisionals McKenna sarà ricordato per una tumultuosa faida con l’ex “Chief of Staff” (capo di Stato Maggiore) Martin McGuinness, dalla quale uscì vittorioso.

L’episodio al centro della loro faida riguardava un noto informatore di Derry, Frank Hegarty, che era stato espulso dall’IRA alcuni anni prima ma a cui era stato restituito il posto, apparentemente per volere di McGuinness. Hegarty in seguito face carriera all’interno del dipartimento che gestiva l’intero arsenale e tutte le fornituredell’IRA, pericolosamente vicino alle spedizioni libiche.

Molte polemiche circondano la morte di Frank Hegarty. Venne dichiarato una spia che lavorava nell’IRA per conto della temibile Force Research Unit (FRU) dell’esercito britannico – che teneva le fila anche dell’agente sotto copertura Freddie “Stakeknife” Scappaticci e Brian Nelson, killer dell’Ulster Defence Association – quindi fuggì in Inghilterra dove era affidato alle cure dell’intelligence britannica.
Ma aveva nostalgia di casa e quando McGuinness gli assicurò che sarebbe stato al sicuro, decise allora di tornare a casa.
La garanzia di Martin McGuinness si dimostrò priva di alcun valore. Frank Hegarty morì poche ore prima di tornare a Derry, lasciando molte domande senza risposta sulle mosse di McGuinness.

Kevin McKenna sarebbe stato visto come un modo per impedire alle unità di Tyrone di fare politica e combinare guai”, ha detto un veterano dell’IRA. “Era stato messo lì per rendere felice l’area di Tyrone, così potevano dire che il loro uomo era il Chief of Staff. Si sarebbe anche immedesimato con gli uomini di South Armagh; conosceva il prezzo delle mucche ed era felice di indossare gli stivali”.
Il Chief of Staff era amato dai suoi uomini anche se la sua analisi politica, come quella degli altri “soldati” dell’Army Council, era meno sofisticata, come ricordava la stessa fonte dell’IRA: “È un uomo molto piacevole con cui parlare, premuroso, ospitale e affabile. Non era un tipo superiore, rigido e severo, era più una figura simile ad uno zio.

“Mentre Twomey era pieno di rabbia e ti avrebbe affrontato fisicamente se non fossi riuscito a portare a termine una missione, McKenna era più tollerante e comprensivo. Se un’unità funzionava bene, si sarebbe assicurato che fosse ben equipaggiata. I combattenti avevano tempo per lui; lui era sempre presente per loro.

“Non aveva una politica ben definita, per quanto possa ricordare, ed era confuso riguardo al sostegno del movimento per il socialismo. Mi ricordo che al momento del cessate il fuoco del 1972 mi disse che voleva cacciare gli inglesi ma non era sicuro se avessimo bisogno del socialismo. Poi l’ho visto a metà degli anni Settanta in un’Ard Fheis dello Sinn Féin (il congresso del partito) che girovagava. Aveva appena parlato un colonnello dell’esercito portoghese e McKenna era confuso e diceva che questo è davvero un partito rivoluzionario. Non aveva molte conoscenze in economia. Sapeva come comprare e vendere bestiame e sarebbe diventato un piccolo uomo d’affari molto capace, ma si perdeva nelle cose di più ampio respiro”.

L’Army Council non è mai stato un corpo unito e gli scontri tra le personalità hanno spesso guastato le sue riunioni. Il litigio tra McGuinness e McKenna, prodotto di una profonda rivalità personale, era particolarmente serio. McKenna, che è riuscito a essere un comandante riservato e timido, ha risentito costantemente dei resoconti dei media secondo cui McGuinness era il vero comandante dell’IRA, e sospettava che l’uomo di Derry avesse fatto ben poco per scoraggiare quelle voci.
C’era un diffuso sospetto che McGuinness volesse disperatamente riprendere il suo vecchio lavoro e in particolare diventare Chief of Staff quando iniziò l’offensiva del “Tet” con le sue risorse libiche.

Prima che arrivassero le armi dalla Libia, lanciò un fiume di critiche alla gestione della campagna dell’IRA da parte di McKenna e senza il sostegno di “Slab” Murphy il comandante generale avrebbe potuto soccombere.
“Tutto è stato gettato addosso a lui, tranne un voto di sfiducia”, ha ricordato una fonte.
Gerry Adams, al contrario, generalmente rimase al di sopra del loro conflitto e rifiutò di schierarsi, aspettando di vedere chi ne sarebbe uscito vittorioso.

Dopo l’arrivo delle armi libiche, la situazione tra i due uomini peggiorò. Come Comandante del Nord, Martin McGuinness e il suo staff ebbero l’ultima parola su quali unità avrebbero ricevuto le nuove armi.
Ma quando fu scoperto che le armi venivano inviate in aree con unità IRA inattive o di piccole dimensioni, come a Lurgan nella Contea di Armagh, o dove l’addestramento all’uso del nuovo equipaggiamento doveva ancora essere fornito, mentre altre aree ben addestrate venivano ignorate, McKenna intervenne rabbiosamente.

Il problema era che le armi venivano perse da unità inesperte quasi con la stessa rapidità con cui arrivavano, e il prosciugamento dell’arsenale libico divenne così rapido che all’inizio degli anni ’90 McKenna diede l’ordine di smettere di sostituire le armi perse e di impartire istruzioni per spostare internamente le scorte esistenti nel Comando del Nord, con il conseguente rischio che armi ed equipaggiamento venissero sequestrate dagli inglesi. L’accusa era che McGuinness stesse tentando di ingraziarsi i volontari dell’IRA o fosse solo incompetente; le relazioni tra i due uomini divennero gelide.

McGuinness e McKenna si scontrarono di nuovo quando furono perdute preziose armi libiche.

Questa volta la miccia fu la scoperta da parte della Gardai (la polizia della repubblica) di due serbatoi di plastica pieni di fucili automatici, esplosivo Semtex e munizioni frettolosamente sotterrati nella spiaggia di Five Fingers Strand vicino a Malin Head, nel nord del Donegal, avvenuta nel gennaio 1988.

Le armi erano state trasferite in Donegal sul base delle assicurazioni del braccio destro di McGuinness, un attivista della penisola di Inishowen, che i nascondigli erano stati localizzati ed approntati. Le rassicurazioni erano false e le armi dovettero essere seppellite rapidamente sulla spiaggia più vicina, subito dopo il loro arrivo.

Il furgone che trasportava il carico fu fermato dalla polizia della Repubblica, che si rese conto che il conducente e il passeggero avevano legami con i repubblicani. Il furgone era vuoto ma dentro c’erano tracce di sabbia. Fu quindi ordinata una ricerca sulle spiagge vicino alla casa del conducente a Malin Head, e le armi furono debitamente scoperte.

L’attivista di Inishowen venne allontanato dall’IRA per insistenza di McKenna, ma l’episodio fu registrato come un altro punto per McGuinness.

La più grande litigata tra la coppia, tuttavia, riguardava le attività di un informatore dell’IRA ben piazzato nella Brigata di Derry, Frank Hegarty.

Hegarty era stato distaccato per lavorare con lo staff del Comando del Nord per aiutare a spostare parte della prima spedizione libica nei nascondigli dell’Irlanda occidentale. La spedizione, circa ottanta AK-47 arrivati in Irlanda come parte del carico di Kula nell’agosto del 1985, fu trasferita a tappe quando nel gennaio 1986 la Gardai piombò in picchiata.

A Roscommon e a Sligo vennero fatte perquisizioni a tappeto e le armi furono sequestrate. Il giorno seguente Hegarty scomparve da Derry, e divenne presto chiaro non solo che aveva fornito informazioni sui depositi ma che aveva lavorato per l’MI5, il servizio di sicurezza britannico, che lo aveva portato allontanato dalle Sei Contee e tenuto in una casa sicura da qualche parte nel nord dell’Inghilterra.

Il trasferimento forzato di Hegarty fu un disastro per i servizi segreti. Membro dell’IRA dagli anni ’70, Hegarty era nel Northern Command QuarterMaster nel 1982, quando si scoprì che aveva una relazione con la moglie di un soldato nell’Ulster Defense Regiment.
Il suo caso arrivò ai più alti livelli e l’allora Chief of Staff, Ivor Bell, lo allontanò dall’IRA.
Poco tempo dopo Hegarty venne avvicinato dagli ufficiali del Force Research Unit dell’intelligence militare britannica, che lo persuasero a tornare nell’IRA e lavorare come agente sotto copertura.

Inspiegabilmente a Hegarty fu concesso di tornare nell’IRA a Derry e ancora una volta scalò le gerarchie nel Quarter Master dell’IRA, stimolato dai suoi padroni della FRU che gli chiesero di cercare di salire fino al massimo grado, persino quello di Quater Master General – colui che aveva la gestione di tutti gli equipaggiamenti e le armi a disposizione.

I suoi interlocutori del FRU gli assicurarono che i suoi comandanti dell’IRA sarebbero stati rimossi uno a uno per spianare la sua strada. I piani ambiziosi dell’intelligence britannica per Hegarty furono, tuttavia, frustrati dallo Special Branch di An Garda Siochana, che insistette per appropriarsi dei nascondigli dell’IRA a Roscommon e Sligo non appena le armi arrivarono.
Desiderosi di lanciare un dannoso colpo contro l’IRA, la polizia della Repubblica pose il veto contro il piano britannico di posizionare dei trasmettitori sulle armi e poi seguirle a distanza, ma preferirono intervenire subito.

Fortunatamente per l’IRA, a Hegarty era stata fornita una falsa storia su da dove provenissero le armi; gli fu detto che provenivano dall’Europa, e questo, insieme al fatto che alcuni fucili belgi erano stati mescolati con gli AK-47, soddisfacevano l’intelligence britannica.
Ciononostante, gli inglesi avevano perso un agente potenzialmente inestimabile, nonché un’opportunità per seguire i progressi delle armi.

Gli inglesi, tuttavia, erano pericolosamente vicini alla scoperta del legame con la Libia. Poiché la maggior parte delle rimanenti spedizioni libiche erano ancora in attesa, comprese le 120 tonnellate di armi caricate sulla Eksund, l’episodio turbò profondamente la leadership dell’IRA e fu ordinata un’indagine di alto livello. La prima domanda da risolvere era come Hegarty fosse stato autorizzato a rientrare nell’IRA. Dato che McGuinness era il Comandante del Nord, era ovvio che doveva aver saputo del ritorno di Hegarty, ma lui negò e sostenne che il vero informatore doveva essere qualcuno diverso da Hegarty.

Durante il periodo in clandestinità in Inghilterra Frank Hegarty era regolarmente in contatto telefonico con la sua famiglia a Derry. Un mese dopo la sua improvvisa scomparsa, Hegarty ritornò inaspettatamente in Irlanda, e così iniziò uno dei capitoli più controversi della carriera repubblicana di Martin McGuinness.

La famiglia di Hegarty in seguito avrebbe insistito sul fatto che aveva accettato di tornare solo dopo aver ricevuto l’assicurazione di McGuinness che non sarebbe stato toccato. McGuinness lo ha sempre negato, ma fonti che hanno conosciuto le risposte dell’interrogatorio di Hegarty da parte della “Nutting Squad” dell’IRA (la squadra addetta a ottenere informazioni dai presunti doppiogiochisti) affermano che l’informatore ha ripetuto tale affermazione anche mentre era in custodia.

Frank Hegarty disse anche a chi lo interrogava che McGuinness aveva saputo e approvato il suo ritorno nei ranghi dell’IRA, un’ammissione che scatenò un duro scontro tra il Comandante del Nord e il Chief of Staff. Dietro il dissidio c’era una domanda senza risposta: perché McGuinness aveva fatto avanzare la seconda carriera di Hegarty all’interno dell’IRA quando c’erano stati così tanti dubbi sulla sua lealtà da essere stato precedentemente cacciato dall’organizzazione?

Nel maggio del 1986, appena quattro mesi dopo che la Gardai si impadronì dei depositi di armi di Roscommon e Sligo, il corpo di Hegarty fu trovato alla periferia di Castlederg, vicino al confine di Tyrone-Donegal.
Gli occhi erano stati chiusi con il nastro adesivo, le mani erano legate dietro la schiena e una ferita da proiettile sulla nuca indicava che aveva ricevuto la punizione abituale per coloro che erano stati giudicati colpevoli.

La rivalità tra Martin McGuinness e Kevin McKenna sarebbe continuata negli anni a venire, ma la morte di Frank Hegarty ha effettivamente segnato la fine delle ambizioni dell’uomo di Derry di assumere il posto più importante all’interno dell’Irish Republican Army.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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