Distretto Nord

La PSNI rimuove le insegne dell’IRA a Derry

La polizia nordirlandese, PSNI, ha rimosso i cartelli dell’IRA affissi in un’area repubblicana di Derry. Gli agenti della polizia britannica, con i volti coperti dai passamontagna, hanno usato delle scale per salire sui lampioni nella zona di Creggan all’alba di ieri. Un portavoce della PSNI ha dichiarato che i cartelli sono stati rimossi dagli uomini dell’unità antiterrorismo. I cartelli erano stati molto visibili durante una controversa parata pasquale, legata al partito repubblicano Saoradh, svoltasi il mese scorso. Le Land Rover della PSNI sono state attaccate da giovani che hanno lanciato bombe molotov e mattoni prima del passaggio della marcia. In passato la PSNI è stata criticata per la sua riluttanza a rimuovere le bandiere lealiste dai lampioni e altro materiale, comprese le effigi, dai bonfire dell’Undicesima notte di luglio.

Un filmato sembra mostrare un’insegna che viene rimossa con il favore del buio.

Mark H Durkan, membro del Policing Board dell’SDLP, ha dichiarato ieri sera che “i cartelli non sono desiderati dalla stragrande maggioranza degli abitanti di Creggan e ghettizzano la zona”.

“Se la polizia è responsabile della rimozione di questi cartelli, dovrebbe spiegare quale legge è stata violata e dimostrare coerenza nel suo approccio alla rimozione di oggetti offensivi dall’arredo urbano e dai display”, ha dichiarato. Il portavoce del Saoradh, Paddy Gallagher, ha detto che i cartelli sono stati affissi nella zona di Creggan e in varie parti di Derry quasi 18 mesi fa e ha accusato la polizia di “aumentare le tensioni a Derry con l’avvicinarsi dell’estate”.

“Esortiamo tutti i repubblicani, compresi i giovani, a prestare attenzione a questa situazione”.

La PSNI ha aggiunto: “I detective della Terrorism Investigation Unit, che indagano sui reati previsti dalla sezione 12 del Terrorism Act 2000, hanno rimosso la segnaletica nell’area di Creggan a Derry nelle prime ore di venerdì 12 maggio”.

 

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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