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La stola di Edward Daly donata al Museo di Free Derry

Il vescovo Edward Daly teneva sulla sua scrivania la foto di Jackie Duddy, una delle vittime del Bloody Sunday

È l’immagine iconica del Bloody Sunday: un prete che sventola un fazzoletto bianco mentre cerca di mettere al sicuro un adolescente morente.

La stola indossata da Padre Edward Daly, in seguito diventato vescovo, nel tentativo di salvare la vita di Jackie Duddy è stata donata mercoledì al Museo di Free Derry prima del minuto di silenzio che ha celebrato il 47° anniversario del Bloody Sunday.

Macchiata con il sangue di Jackie Duddy e dall’olio che il vescovo Daly aveva usato per l’estrema unzione, è uno dei numerosi artefatti che rappresentano l’amicizia permanente tra il vescovo e la famiglia Duddy e che adesso sarà affidata al museo.

Jackie Duddy fu la prima vittima di quel terribile giorno. Il diciassettenne era tra i ventimila partecipanti alla marcia anti-internamento. Nel giro di 15 minuti, tredici persone furono uccise dai paracadutisti dell’esercito britannico. Una quattordicesima vittima morì qualche mese dopo.

I filmati del giorno mostrano Padre Daly visibilmente irritato che dice ai giornalisti che l’esercito “è venuto solamente per sparare… non c’era stata nessuna provocazione”.

“Quel ragazzino è stato ucciso mentre correva via. Era solo pochi passi dietro di me. Ho sentito lo sparo, mi sono guardato intorno e l’ho visto morire”.

“È stata una sensazione confortante per noi sapere che Padre Daly era con Jackie negli ultimi momenti di vita e che gli ha dato gli ultimi riti”, dice la sorella di Jackie, Kay.

“Lo abbiamo amato così tanto per quello che ha fatto per Jackie”.

Per quattro decenni dopo il Bloody Sunday, fino alla sua morte avvenuta nel 2016, il vescovo Daly ha tenuto una fotografia di Jackie Duddy sulla sua scrivania. Era stato un regalo dal padre di Jackie, William, per l’ordinazione di Daly.

Anche la fotografia incorniciata di Jackie – un appassionato pugile – e la lettera di ringraziamento scritta dal vescovo Daly sono state anche donate al museo.

“Non avrei potuto avere un regalo più bello per la mia ordinazione”, ha scritto il vescovo Daly. “Lo terrò sempre in un posto speciale”.

Protagonista di lunga data del Bloody Sunday Trust, il vescovo Daly è stato un fondamentale sostenitore delle famiglie delle vittime del Bloody Sunday nella campagna per un’inchiesta pubblica sulla morte dei loro cari.

Aveva assistito alla morte di Jackie quindi per lui, come per noi, i risultati del Rapporto Saville erano un sospiro di sollievo, quando il nome di Jackie era stato ripulito da tutte le menzogne

“Era una cosa così personale per lui perché era stato lì”, dice Kay. “Conosceva la verità su quello che era successo a Jackie e ha usato ogni suo potere per stare con noi e per aiutarci”.

Il vescovo era in Guildhall Square, nel giugno 2010, per la pubblicazione del Rapporto Saville sul Bloody Sunday e aveva visto l’allora primo ministro britannico David Cameron scusarsi pubblicamente.

“In realtà aveva assistito alla morte di Jackie quindi per lui, come per noi, i risultati del Rapporto Saville erano un sospiro di sollievo, quando il nome di Jackie era stato ripulito (da tutte le menzogne)”, dice Kay.

La stola, la lettera e la fotografia si uniranno al famoso fazzoletto del vescovo Daly nel Museum of Free Derry.

La nipote di Jackie, Julieann Campbell, che ora lavora nel museo, si è commossa fino alle lacrime alla vista del sangue di suo zio sulla stola.

“È come se tutti i pezzi della storia di zio Jackie e del vescovo Daly fossero di nuovo insieme”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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