Distretto Nord

L’ex procuratore generale dell’Irlanda del Nord John Larkin KC conclude che il Windsor Framework del Protocollo non è compatibile con gli Atti dell’Unione 1800

La prima bocciatura alla riformulazione del premier britannico sul protocollo nordirlandese arriva dal gruppo legale guidato dal noto attivista lealista Jamie Bryson

 

John Larkin KC ha riferito dopo una consulenza legale al Centre for the Union di Jamie Bryson sul nuovo accordo, con particolare riferimento al suo impatto sull’articolo 6 dell’Atto del 1800, che garantisce “un commercio senza restrizioni e su un piano di parità tra e all’interno di tutte le parti del Regno Unito”. A Larkin è stato chiesto se il quadro giuridico dell’accordo fosse compatibile con l’articolo 6, in quanto garantisce il libero scambio, se rimediasse alla “sottomissione” dell’articolo e se le sue proposte “rafforzassero la garanzia costituzionale che rispetta lo status costituzionale dell’Irlanda del Nord”.

A conclusione di una relazione dettagliata, in ogni caso ha risposto “no”.

Le risposte del KC hanno spinto l’attivista lealista Bryson a dichiararsi fortemente contrario all’accordo, spiegandone i motivi al quotidiano Belfast Newsletter di domani. Ha detto: “Mi è parso evidente, in tempi relativamente brevi, quale fosse la risposta giusta per stabilire se l’unionismo dovesse approvare l’accordo. Tuttavia, una serie così dettagliata e complessa di testi interconnessi meritava un esame rigoroso, e per questo mi sono riservato di esprimere un giudizio fino ad ora”.

Il Procuratore Generale John Larkin KC

Anche Lord Dodds ha messo in dubbio la possibilità di un commercio senza restrizioni attraverso il Mare d’Irlanda, affermando che: “Il nuovo accordo mantiene completamente la realtà del confine marittimo irlandese, ma ne attenua l’effetto – non lo elimina – attraverso una riduzione della burocrazia, ma solo per le aziende che possono dichiarare con certezza che nessuna delle loro merci passerà il confine”.

Lord Dodds ha aggiunto: “Quindi i posti di controllo alle frontiere sono necessari non solo per le merci destinate alla Repubblica irlandese, ma per tutte le merci per le quali vi è un’incertezza sulla destinazione finale tale da non poter essere assolutamente certi che non finiranno nella Repubblica.

“Non è esattamente il libero scambio all’interno del Regno Unito”.

Lord Dodds ha poi aggiunto che le merci della corsia verde sono ancora soggette a dogana, “dimostrando chiaramente la realtà del confine lungo il Mare d’Irlanda”. Ha poi aggiunto: “Queste pratiche possono essere semplificate, ma si tratta pur sempre di pratiche doganali. Comporta ancora dei costi. Non ci sono documenti doganali per spostare le merci tra il Galles e la Scozia, o tra l’Inghilterra e il Galles, perché non c’è un confine doganale tra Galles, Inghilterra e Scozia. Prima del 1° gennaio 2021 non c’erano documenti doganali per spostare merci tra Galles, Inghilterra, Scozia e Irlanda del Nord. Inoltre, se ci si qualifica per il programma di commercio fiduciario e si è in possesso di una corsia verde, si è ancora potenzialmente soggetti a controlli, anche se i controlli saranno meno frequenti”.

Lord Dodds ha aggiunto: “In breve, è molto chiaro che lo scopo di questi posti di controllo di frontiera non è solo quello di fornire controlli sulla corsia rossa per le merci destinate alla Repubblica d’Irlanda, ma di consolidare la realtà di un confine doganale internazionale tra la Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord, in modo che il commercio con l’Irlanda del Nord diventi più simile a quello con l’estero”.

Nel giornale di domani, Bryson scrive: “Il Windsor Framework è incompatibile con gli Atti di Unione. Non c’è nemmeno un argomento credibile per sostenere il contrario. La risposta è semplice. Il diritto dell’Unione europea continua ad essere applicato e il commercio tra la Gran Bretagna e l’Irlanda è su un piano diverso rispetto, ad esempio, al commercio tra l’Inghilterra e la Scozia”.

Ha aggiunto: “La risposta al Windsor Framework non è affatto difficile da capire per ogni unionista che si rispetti. Non ripristina gli Atti dell’Unione, piuttosto ne consolida l’asservimento. Pertanto, chiunque approvi l’accordo è complice dell’asservimento di quella che, in senso giuridico, è l’Unione”.

 

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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