Distretto Nord

L’unionista Donaldson tra falco e colomba: “Il DUP non ha nessuna obiezione riguardo alla lingua irlandese”

Due mesi fa, alla conferenza del Fine Gael, Sir Jefreey aveva invitato la ROI ad abbracciare il Commonwealth accolto dai calorosi applausi dei delegati e oggi, ancora da Dublino, spiega che “il DUP non avrebbe nulla in contrario all’uso del Gaelige se non fosse… “‘

Il governo irlandese e quello britannico avevano già pianificato un nuovo calendario per riprendere i colloqui in Irlanda del Nord già prima della morte della giornalista Lyra McKee, ha annunciato il deputato DUP Jeffrey Donaldson.

In occasione di una sua visita a Dublino, ha detto che il DUP non ha nessuna obiezione riguardo la lingua irlandese e che, storicamente, i presbiteriani – di cui lui faceva parte – avevano anzi mantenuto viva la lingua anche quando quest’ultima stava cadendo in disuso.

 

“La mia obiezione non riguarda la lingua, ma la politicizzazione della lingua irlandese. Quando sento un rappresentante di un partito in particolare (Sinn Fein, ndr) che dice che ogni parola pronunciata in irlandese è un altro proiettile sparato per la lotta all’unità dell’Irlanda, mi preoccupo di questo”.

 

Jeffrey Donaldson ha posato una corona di fiori mentre partecipava ad un forum nel Glasnevin Museum, per discutere del futuro dell’Irlanda dopo la Brexit. Hanno partecipato anche il ministro delle finanze, della spesa pubblica e delle riforme, Paschal Donohoe, e gli ambasciatori di Germania, Francia e Gran Bretagna, rispettivamente Deike Potzel, Stéphane Crouzat e Robin Barnett.

Ai membri del forum è stato chiesto se la Brexit si sarebbe concretizzata. Donaldson ha dichiarato che l’esperienza di Michael Collins e i suoi negoziati del 1921 hanno dimostrato che “ciò che ha realizzato e ciò che ha raggiunto non è stato lo stesso”. Ha aggiunto inoltre che è ottimista sul fatto di affrontare la Brexit nell’isola che darà un risultato condivisibile.

 

Gli è stato domandato se il suo tono conciliante usato a Dublino fosse in contrasto con quello degli altri membri del suo partito riguardo la Brexit.

“Il tono è importante e tutto quello che ho detto risulta nel manifesto del DUP. Siamo tutti individui che agiscono in modo diverso; ho fatto di tutto per venire qui perché abbiamo bisogno di affrontare alcuni stereotipi perché, con il dovuto rispetto dei media, questi non affrontano il problema nella sua interezza”.

 

Mr. Donohoe ha detto che secondo lui l’Unione Europea “avrà un ruolo ancora più importante e rilevante negli anni a venire”. Secondo lui la varietà di sfide che ci attendono, compresi i cambiamenti climatici e la globalizzazione, “rende l’UE più importante che mai”. Ritiene inoltre che non ci sarà un accordo post-Brexit tra UE e Regno Unito che “in qualche modo diminuisca la relazione tra l’Irlanda e l’Inghilterra. Per motivi culturali, per comuni interessi strategici, per la stabilità e prosperità è indispensabile condividere i nostri destini.

 

“Il rapporto sarà fondamentalmente diverso rispetto ad oggi, ma in questo cambiamento, tutti noi dobbiamo rinnovare i nostri sforzi affinché ci sentiamo il più possibile vicini. La posta in gioco è troppo alta perché possa andare diversamente”.

tratto dall’Irish Times

Let

Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

Related Articles

Close