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MI5 trasferisce agenti in Irlanda del Nord per timore di violenze

L’MI5 ha inviato il 20% delle proprie forze in Irlanda del Nord per timore che l’ordigno esploso a Derry sia solo l’inizio di una nuova campagna militare qualora non venisse raggiunto un accordo sulla Brexit

Il servizio di sicurezza britannico MI5 ha più di 700 ufficiali di stanza a Belfast come parte dell’imponente operazione di intelligence per combattere la minaccia dei gruppi armati repubblicani, secondo quanto riferito da un importante quotidiano londinese. Si tratta del 20% della forza totale dell’MI5.

Un articolo comparso sul London Times dice che il principale obiettivo dei servizi segreti britannici in Irlanda del Nord è Oglaigh na hEireann (recentemente chiamata “New IRA” per separarla dalle altre formazioni che utilizzano lo stesso nome), un gruppo composto da circa 40 persone che ha fatto esplodere un’autobomba all’esterno del tribunale di Derry a metà gennaio.

Nessuno è rimasto ferito o ucciso dallo scoppio, ma alcuni giovani sono passati davanti al luogo in cui era parcheggiata l’autobomba alcuni minuti prima dell’esplosione.

La quantità di agenti MI5 presenti in Irlanda del Nord è stata rivelata pochi giorni prima del dibattito sulla Brexit tenutosi a Westminster.

Il tempo per concludere l’accordo sta per finire perché il 29 marzo, data in cui il Regno Unito dovrà lasciare l’Unione Europea, si sta avvicinando.

Mentre crescono i timori per un mancato accordo, nonostante le affermazioni dei politici dicano il contrario, se ci sarà un confine fisico (hard border) controllato dalle forze di sicurezza in Irlanda richiederà una maggiore protezione contro la minaccia dei repubblicani.

Nonostante gli arresti e le condanne di membri di Oglaigh na hEireann da entrambi i lati del confine Barbara Gray, facente funzione del comandante della PSNI, ha detto: “La minaccia non è nulla di simile a ciò che abbiamo vissuto in passato, ma queste persone sono intente alla violenza e non se ne stanno andando”.

L’ex capo della PSNI Hugh Orde ha dichiarato a RTE Radio che un hard border avrebbe enormi conseguenze in termini di sicurezza, e che i funzionari doganali diventerebbero un obiettivo dei gruppi armati qualora la Gran Bretagna uscisse dall’UE senza un accordo.

Ha aggiunto: “Al momento si vede qualcosa che inizia a creare la percezione di una netta distinzione tra Nord e Sud, crea un catalizzatore che consente alle persone di sfruttare questa posizione e certamente i repubblicani sarebbero in quella categoria. Se fossi il comandante della forza di polizia nordirlandese un hard border mi preoccuperebbe molto”.

Uno dei principali ostacoli ad un accordo tra la Gran Bretagna e l’Unione europea è un tipo di confine detto backstop, che protegga le risoluzioni dell’Accordo del Venerdì Santo e garantisca che non venga istituito un confine fisico in caso di mancato accordo sulla Brexit.

C’era un accordo sulla Brexit concordato tra l’UE e la Gran Bretagna, ma è stato sconfitto in modo schiacciante alla Camera dei Comuni nella votazione di gennaio; quindi il Primo Ministro Theresa May sta compiendo nuovi tentativi per raddrizzare la Brexit.

Tuttavia l’imminente scadenza del 29 marzo e l’incombente probabilità di una Brexit senza accordo hanno dato adito a crescenti timori di un hard border con, secondo il Taoiseach (primo ministro irlandese) Leo Varadkar, la prospettiva di rivedere soldati e polizia alla frontiera.

Il vice di Varadkar, Tanaiste e ministro degli Esteri Simon Coveney, ha detto al giornalista Andrew Marr della BBC che l’Irlanda e l’UE, che hanno accettato una serie di compromessi nei negoziati con la Gran Bretagna, hanno concordato che il backstop (ossia l’assenza di controlli al confine tra Nord e Sud) rimarrà parte dell’accordo di ritiro. Ha detto che il Parlamento europeo non ratificherà un accordo sulla Brexit senza il backstop.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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