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“New IRA” dietro ai disordini di Derry

Il gruppo repubblicano dell’IRA si è assunto la responsabilità per i recenti attacchi contro la polizia avvenuti nella città di Derry.

In una dichiarazione, il gruppo ha detto di aver sparato 10 volte e lanciato due granate contro i poliziotti nel corso dei disordini di settimana scorsa.

Il comandante della polizia George Hamilton settimana scorsa ha identificato il gruppo – conosciuto anche come “New IRA” – come responsabile degli attacchi.

Martedì scorso sarebbe stato utilizzato un AK47 per esplodere i proiettili nel quartiere di Bogside.

Gli obiettivi sarebbero stati gli agenti PSNI presenti sulle mura della città.

La polizia ha fatto sapere che alcuni proiettili hanno colpito le mura e alcuni alberi.

Il gruppo repubblicano si è dichiarato responsabile per il lancio di due granate artigianali nel corso dei disordini di giovedì.

La PSNI ha detto che nel corso delle sei notti di disordini sono state lanciate 75 bottiglie incendiarie e due “ordigni esplosivi improvvisati”.

Negli ordigni era presente dell’esplosivo commerciale.

Nessuno è rimasto ferito nel corso degli attacchi.

Nella dichiarazione del gruppo, firmata da “T O’Neill”, si legge: “L’Irish Republican Army rivendica la responsabilità per gli attacchi con fucili e granate compiuti dalle nostre unità contro le forze della corona.

“La migliore risorsa nel nostro arsenale – oltre al sostegno della gente – è l’emento sorpresa”.

Nella dichiarazioni non c’è traccia per i due ordigni lanciati contro le mura storiche di Derry nelle prime ore di giovedì.

I prolungati disordini di Derry sono stati condannati dai leader politici e religiosi, con un’ampia partecipazione alla manifestazione di venerdì per chiedere la fine delle violenze.

Il parlamentare SDLP Mark H Durkan ha condannato gli attacchi, affermando che l’IRA non ha il sostegno della popolazione di Derry.

“Le azioni di settimana scorsa sono altamente irresponsabili, altamente pericolose e non volute”, ha detto.

“La gente non desidera il ritorno ai giorni delle bombe e delle pistole sulle nostre strade, quindi questa organizzazione dovrebbe farci un favore ed andarsene”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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