Distretto Nord

Saoradh protesta al quartier generale dell’MI5

Il quartier generale dell'MI5 nella caserma Palace di Holywood, nella contea di Down

Il partito politico Saoradh (Liberazione) ha organizzato una protesta presso la sede dell’MI5 a Co Down. I membri del partito, considerato la vetrina politica della cosiddetta New IRA, si sono riuniti sabato davanti alla Palace Barracks di Holywood. Si tratta della prima volta che i repubblicani contrari all’accordo di pace hanno organizzato una protesta davanti alla struttura di massima sicurezza dell’intelligence britannica, che si trova in un’area prevalentemente unionista e lealista. La protesta arriva dopo che il mese scorso la Nuova IRA ha sparato e ferito gravemente l’alto funzionario della PSNI John Caldwell in un complesso sportivo vicino a Omagh. Gli organizzatori affermano che la protesta di Saoradh è stata organizzata dopo un “aumento delle molestie dirette dall’MI5 nei confronti dei repubblicani irlandesi e delle loro famiglie, compresi i bambini”. La PSNI – la polizia britannica in Nordirlanda –  ha monitorato la protesta attraverso un veicolo dotato di telecamere a circuito chiuso che si trovava nelle vicinanze. L’MI5 ha assunto il ruolo di guida per la raccolta di informazioni sui gruppi repubblicani nel nord nel 2007. Il sito di Holywood ha un lungo legame sia con l’intelligence militare britannica che con l’MI5, noto anche come Security Service. È stato ampiamente riportato che l’organismo di intelligence ha circa 700 persone basate nel sito di North Down. Il loro compito è quello di reclutare informatori e raccogliere informazioni con vari mezzi, che vengono poi analizzate. Nel 2010 sono state trovate telecamere di sorveglianza, che si ritiene siano state piazzate dai repubblicani, sul retro della base Palace Barracks. In passato la struttura è stata anche oggetto di attentati da parte delle formazioni dissidenti.

Un’autobomba dell’aprile 2010 attribuita alla formazione paramilitare repubblicana ONH fatta detonare all’ingresso della struttura

 

 

 

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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