Distretto Nord

Secondo un sondaggio, la Corte di giustizia europea non dovrebbe supervisionare l’accordo sul protocollo per l’Irlanda del Nord

La ricerca mostra anche che, sebbene la metà dei britannici ritenga che la Brexit sia stata un errore, meno di un terzo vuole ora rientrare nell'UE

Secondo un nuovo sondaggio, quasi tre quarti dell’opinione pubblica britannica è favorevole a un accordo con l’UE sul Protocollo dell’Irlanda del Nord che non sia supervisionato dalla Corte di Giustizia Europea (CGUE). La ricerca mostra che il 72% dei britannici ritiene molto o abbastanza importante che la risoluzione delle questioni in Irlanda del Nord riduca i controlli sulle merci che attraversano il confine ed elimini la supervisione della Corte di Giustizia Europea. Il coinvolgimento della Corte di giustizia europea nel controllo delle controversie commerciali e nella supervisione dell’applicazione del diritto dell’Unione europea in Irlanda del Nord è considerato una linea rossa da molti sostenitori della Brexit, ma è diventato uno dei principali punti di conflitto nei negoziati tra il Regno Unito e la Commissione europea. I parlamentari che sostengono la Brexit nel Gruppo di Ricerca Europea hanno espresso il timore che Rishi Sunak possa essere disposto a scendere a compromessi e consentire la supervisione dei giudici europei in Irlanda del Nord in cambio di altre concessioni. Hanno inoltre lanciato l’allarme sulle voci secondo cui i ministri starebbero prendendo in considerazione un accordo “in stile svizzero”, che potrebbe includere la reintroduzione della libertà di circolazione tra il Regno Unito e gli Stati dell’UE e un maggiore allineamento normativo.

Sondaggio sulla Corte di giustizia europea: Irlanda del Nord
Sunak ha escluso qualsiasi accordo di questo tipo e si è impegnato a concentrarsi sulle “libertà della Brexit”, eliminando le norme dell’UE dallo statuto britannico. Ha affermato che è possibile rimuovere le barriere commerciali, che sono state accusate di un calo degli scambi da quando il Regno Unito si è ritirato dall’UE, ma ha detto che non intende “perseguire alcuna relazione con l’Europa che si basi sull’allineamento alle leggi dell’UE”. Fonti del Ministero degli Esteri, sabato sera, hanno rifiutato di confermare che il coinvolgimento della Corte di Giustizia europea nel controllo del commercio post-Brexit in Irlanda del Nord rimane una linea rossa per il governo britannico. È opinione diffusa che entrambe le parti siano più vicine a un accordo di quanto non lo siano state per alcuni mesi, ma che permangano ostacoli significativi. I negoziati sono guidati da James Cleverly, il ministro degli Esteri, che ha sminuito la prospettiva di un’imminente svolta nei colloqui e ha sottolineato che rimangono “grandi lacune”. L’accordo sta bloccando la riforma dell’esecutivo nordirlandese a Stormont, perché il DUP si rifiuta di entrare a far parte di qualsiasi amministrazione finché ci saranno controlli al confine tra la Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord secondo le disposizioni del Protocollo concordato dal governo di Boris Johnson. Il nuovo sondaggio, realizzato da More in Common, mostra anche che, sebbene la metà dei britannici ritenga che la Brexit sia stata un errore, meno di un terzo vuole ora rientrare nell’UE.

Sondaggio sulla Corte di giustizia europea
Il sondaggio mette in guardia Sir Keir Starmer dal fatto che, a meno che non assuma una posizione ferma sulla Brexit, non riuscirà a riconquistare il muro rosso delle circoscrizioni settentrionali del Labour. Nonostante in passato abbia sostenuto la libertà di movimento, come segretario ombra per la Brexit sotto Jeremy Corbyn e durante la corsa alla leadership laburista, Sir Keir ha ora escluso un accordo “alla svizzera” se fosse primo ministro. Quasi la metà degli elettori del Red Wall nel sondaggio More in Common ha dichiarato che sarebbe meno propensa a votare di nuovo Labour se si impegnasse a rientrare nell’UE.

Sondaggio sulla Corte di giustizia europea: Per chi voteresti se ci fossero le elezioni domani
La ricerca mostra anche che il vantaggio dei laburisti nei confronti dei conservatori rimane al di sotto del picco raggiunto a fine ottobre, quando il partito di Sir Keir era in vantaggio di 30 punti percentuali. Nel sondaggio di More in Common i laburisti sono in vantaggio di 19 punti percentuali sui conservatori, con il 48% dell’elettorato, rispetto al 29% dei conservatori. I liberaldemocratici hanno il sostegno dell’otto per cento del pubblico, mentre il cinque per cento sostiene Reform UK, un partito di protesta di destra guidato da Richard Tice.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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