Distretto Nord

Segretario di Stato non vuole parlare di Tony Taylor

Il Segretario di Stato per l’Irlanda del Nord, Karen Bradley, ha detto di ritenere inappropriato incontrate i consiglieri di Derry City e Strabane District per discutere del caso di Tony Taylor.

In una lettera datata 16 maggio, ma ricevuta dal capo esecutivo del Consiglio solo mercoledì 29 maggio, il Segretario di Stato ha detto che la materia è nelle mani dei commissari per il rilascio e quindi sarebbe non appropriato partecipare ad un incontro.

Tony Taylor fu condannato a 18 anni di carcere nel 1994 dopo essere stato ferito in un’esplosione anticipata avvenuta a Derry.

Venne rilasciato in base agli Accordi del Venerdì Santo ma arrestato nuovamente nel 2011.

Nella lettera inviata al Consiglio Bradley ha scritto: “Il signor Taylor si è dichiarato colpevole per gravi accuse ed è stato condannato a otto anni, tre in custodia e cinque in licenza, che gli è stata revocata.

“La Commissione per il Rilascio deve riflette sui rischi che l’individuo pone alla collettività-

“Non ho il potere di ribaltare questa decisione e sarebbe inappropriato commentare e inappropriato istituire un incontro”.

La lettera è arrivata il giorno precedente all’incontro consiliare del giovedì e non è stata distribuita ma letta dal capo esecutivo Kelpie.

Il consigliere indipendente Paul Gallagher ha detto che era disdicevole che il Segretario di Stato non fosse pronta ad incontrare il consiglio.

“Questo è l’unico organismo eletto nella zona”, ha affermato. “La gente di questa città ha bisogno di chiedersi perché (Karen Bradley) non era pronta ad incontrarci”.

Il consigliere Brian Tierney dello SDLP ha domandato: “Perché a Tony Taylon non è stato detto il motivo per cui la sua licenza è stata revocata?

“Questo è ciò che vuole sapere la sua famiglia”.

Sandra Duffy, Sinn Féin, ha aggiunto: “La nostra parlamentare Elisha McCallion ha sollevato la questione con il Segretario di Stato e il Primo Ministro inglese.

“Come consiglio abbiamo bisogno di conoscere i fatti.

“Uno dei nostri cittadini è in carcere e non sa il motivo per cui si trova lì”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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