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Sinn Féin: Gerry Adams portavoce per unità Irlanda

L'ex presidente e numero uno dello Sinn Féin torna in prima linea con la nomina a portavoce per la riunificazione dell'Irlanda

L’ex presidente dello Sinn Féin Gerry Adams è stato nominato portavoce del partito sull’unità dell’Irlanda.

La mossa è stata annunciata dall’attuale presidente Mary-Lou McDonald dopo il rimpasto della squadra al parlamento di Dublino.

Sono state apportate alcune modifiche alla squadra dello Sinn Féin, compresa la nomina di Sean Crowe a portavoce per la Brexit al posto di David Cullinane.

Mary-Lou McDonald ha spiegato che il rimpasto serve per “rinnovare l’attenzione e dirigere quel talento verso l’esterno mentre ci avviamo ad una nuova legislatura al Dail, con tutte le sfide che questo porterà”.

Gerry Adams si era dimesso da numero uno dello Sinn Féin nel febbraio 2018 dopo più di 30 anni nel ruolo di presidente.

Il parlamentare eletto a Louth ha detto che non correrà alle prossime elezioni generali e ha assunto un ruolo minore nella vita del partito.

La mossa riporta il veterano repubblicano nella squadra di prima linea del partito.

Adams non ha mai evitato di discutere pubblicamente l’ambizione del partito all’unità irlandese, e spesso ha preso l’iniziativa sulla questione, anche dopo aver lasciato l’incarico.

Il mese scorso Gerry Adams ha affermato che l’unità irlandese non dovrebbe essere affrettata senza un piano adeguato.

Scrivendo nel suo blog, Adams ha detto di essere fiducioso che ci sarà un referendum sull’unità di Irlanda e ha chiesto al governo irlandese di aprire la consultazione necessaria per programmarlo.

Ma ha aggiunto che dovrebbe esserci una fase di transizione in caso di un voto positivo a favore dell’unità irlandese.

“Questa [transizione] ha bisogno di essere pianificata subito. Non dopo il referendum. Questa è l’unica grande lezione della Brexit: un referendum senza un piano è stupido”, ha scritto.

“Quindi un referendum sull’unità deve essere impostato in un processo inclusivo e ponderato che stabilisca un programma di opzioni sostenibili, comprese le fasi di transizione”.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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