Distretto Nord

Un’organizzazione che rappresenta i paramilitari lealisti scrive ai politici avvertendo che “il confine del Mare d’Irlanda non sarà tollerato”

La Lettera qui pubblicata per intero dal nuovo gruppo portavoce delle formazioni, tra cui UDA, UVF e Red Hand Commando, ha scritto a due parlamentari di Westminster e 10 MLA avvertendo che "nessuna forma di confine del Mare d'Irlanda sarà mai tollerata". La neonata Ards e North Down Unionist Loyalist Collective parla di "crescente sentimento contro tutti gli aspetti del processo di pace, se la nostra comunità fosse costretta a percorrere questa strada contro la nostra volontà".

È motivo di profonda preoccupazione per coloro che sono sotto il nostro ombrello il fatto che un confine del Mare d’Irlanda, che impone un’Irlanda unita economica alla nostra comunità, ci venga imposto contro la nostra volontà. Ciò è ancora più preoccupante dato che l’imposizione di questo confine interno del Regno Unito ci è stata attribuita come ricompensa per le minacce repubblicane di violenza. Siamo profondamente preoccupati, e ascoltiamo ripetutamente tutti a livello di base, in relazione all’allarmante precedente che questo ha creato. Come gruppo distinguiamo tra le due distinte questioni che derivano dal Protocollo. Ci sono in primo luogo gli effetti quotidiani pratici del protocollo in termini di impatto dell’aumento delle pratiche burocratiche e dei controlli sull’importazione e l’esportazione di merci. È una questione che può essere risolta tramite soluzioni politiche. Tuttavia, nonostante la capacità di mitigare i peggiori eccessi in termini di attuazione pratica del protocollo, non esistono soluzioni pratiche che possano alterare la realtà delle implicazioni costituzionali di qualsiasi forma di protocollo che imponga un confine interno del Regno Unito. È per questo motivo che vi ribadiamo, in qualità di rappresentante eletto, la visione chiara e solida di coloro che sono sotto il nostro ombrello – all’interno dell’area che rappresentiamo – che nessuna forma di confine del Mare d’Irlanda sarà mai tollerata. Notiamo anche che il meccanismo di consenso intercomunitario all’interno della sezione 1 (5) (d) dell’accordo di Belfast è stato distrutto tramite un emendamento unilaterale all’apparentemente sacrosanto Northern Ireland Act del 1998 il 10 dicembre 2020. Questo emendamento non ha rispettato le disposizioni della sezione 42, una salvaguardia fondamentale dell’Accordo di Belfast, per facilitare gli obiettivi nazionalisti in termini di imposizione del Protocollo contro i desideri dell’intera comunità unionista / lealista. Il nostro collettivo condivide il sentimento crescente nella famiglia unionista / lealista secondo cui è illogico e inconcepibile che l’unionismo politico continui a far funzionare le stesse istituzioni che sono progettate per agire nel percorso verso un’Irlanda unita. Il processo di transizione è progettato per spingerci all’armonizzazione incrementale di tutta l’Irlanda all’unità economica (che viene fornita tramite il protocollo) e dunque alla soluzione finale (e in effetti l’unica “ fine ” prevista dall’accordo di Belfast). In questo senso, vi chiediamo, come rappresentante locale, il vostro impegno a prendere tutte le misure necessarie per resistere all’imposizione di un’Irlanda unita economica, che ci pone fuori dalla porta dell’Unione. Il sostegno all’interno della nostra comunità per l’accordo di Belfast si basava sulla consapevolezza che l’Unione era al sicuro. Questo non può più essere considerato vero con alcuna credibilità. È quindi naturale che ci sarà un crescente sentimento contro tutti gli aspetti del processo di pace, se la nostra comunità dovesse essere costretta a percorrere questa strada contro la nostra volontà. Data l’urgenza di questi problemi e le difficoltà sociali che non solo sono suscettibili di persistere, ma di certo crescere, ci aspettiamo una risposta urgente che esponga la tua posizione in merito alle misure che intendi adottare per rappresentare le opinioni dei tuoi elettori. Infine, dichiariamo il nostro impegno a lavorare per svolgere il nostro ruolo nella campagna per l’attivazione dell’articolo 16. Tuttavia, riconosciamo che l’articolo 16 è solo una soluzione temporanea e resta nostra ferma convinzione che al fine di ripristinare il necessario equilibrio intercomunitario, che il protocollo deve essere rimosso nella sua interezza.

 

Edith Debord

“When The Going Gets Weird, the Weird Turn Pro”

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