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Fianna Fáil, aria di spaccatura. Robert Troy guida la fronda verso la coalizione con lo Sinn Féin

All’interno del Fianna Fáil sono emerse divergenze sull’opportunità o meno di entrare in trattative con lo Sinn Féin per la formazione di un governo. In un giorno in cui il partito ha perso 14 seggi, la posizione negoziale di Micheál Martin si è notevolmente indebolita poiché torneranno in parlamento con meno di quaranta deputati. Con la perdita dei seggi, il partito è stato apertamente diviso sulla questione se negoziare con lo Sinn Féin, ma pezzi da novanta del  Fianna Fáil  come Michael McGrath, Jim O’Callaghan e Jack Chambers rimangono fermamente contrari al suggerimento. Altri, tra cui Dara Calleary, Sean Haughey e Robert Troy hanno chiarito che il partito dovrebbe rispettare i voti espressi e parlare a tutte le parti per la formazione di una coalizione di governo. Troy è arrivato al punto di convocare una riunione speciale del partito per discutere la questione dello Sinn Féin. Fonti vicine al leader Martin hanno ammesso che se una telefonata di Mary Lou McDonald fosse arrivata, il Fianna Fáil avrebbe “incontrato e ascoltato lo Sinn Féin e dato loro una risposta”. Ma la fonte ha aggiunto: “C’è una grande differenza tra discussioni e sedute di negoziazione. Questa settimana è prevista anche una riunione del gruppo parlamentare”. Una discreta parte dei backbenchers del Fianna Fáil (circa il 30%) hanno anche suggerito che, se lo Sinn Féin è seriamente intenzionato a governare, dovrebbero considerare di far parte di un accordo di fiducia nella coalizione. “Un invito, non un ammonimento”. La giornata di ieri è stata piena di lividi per il partito con alcuni candidati che non sono riusciti a farsi rieleggere al 33° Dáil. Da oggi, Declan Breathnach, Lisa Chambers, Timmy Dooley, John Brassil, Margaret Murphy O’Mahony, John Curran, Bobby Aylward, Kevin O’Keeffe, Fiona O’Loughlin, Shane Cassells, Eugene Murphy, Malcolm Byrne, Pat Casey e Pat the Cope Gallagher hanno perso il posto. Le perdite e gli insuccessi nella raccolta di nuovi seggi hanno lasciato il Fianna Fáil con soli 38 TD (membri del parlamento). C’è rabbia all’interno del Fianna Fáil per le perdite, soprattutto dopo che il partito ha trascorso gli ultimi nove anni nella stanza dei bottoni. Parlando in radio, il portavoce al Tesoro del Fianna Fáil, Michael McGrath, ha dichiarato: “Alcune delle perdite sono devastanti. Dei colleghi eccezionali hanno perso il posto immeritatamente. Non vedo la posizione dello Sinn Féin e del Fianna Fáil in grado di conciliare le loro divergenti politiche economiche. Le loro politiche danneggerebbero la creazione di posti di lavoro e l’economia e non dovrebbe essere la strada da percorrere”. Altri sono apparsi ugualmente sinceri di non voler lavorare con lo Sinn Féin in una coalizione. Il portavoce alla Giustizia Jim O’Callaghan ha spiegato: “Prima delle elezioni avevamo assicurato che non saremmo entrati in coalizione con lo Sinn Féin. E non credo sia ora sostenibile per noi cambiare la nostra politica in merito”. Il portavoce alla Difesa Jack Chambers ha detto: “Abbiamo definito la nostra posizione prima delle elezioni e dovremmo attenerci a quella”. A casa del Fine Gael, invece, la leadership di Leo Varadkar è stata messa in discussione dagli ex TD che hanno perduto il seggio. Con il partito che ha subito il suo peggior risultato dal 1948, l’ex TD di Waterford, Paudie Coffey, è stato il primo a chiedere la testa del giovane leader. Ha detto a WLRfm: “Penso che Leo dovrebbe riflettere sulla sua posizione, penso che abbia fatto del suo meglio. Sfortunatamente non ha ottenuto ciò che si prefiggeva di fare e penso che dovrebbe abbandonare il ruolo di capo del Fine Gael e consentire una nuova ricostruzione del partito dalla base”.

 

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