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Fianna Fáil e Fine Gael ammaliati dal rientro nel Commonwealth

Il Teachta Dála del Fine Gael, Neale Richmond, ha detto che l'Irlanda dovrebbe rientrare nel club reale britannico come gesto di buona volontà verso gli unionisti

“Tutto deve essere sul tavolo” quando si parla di colloqui sull’Irlanda unita – incluso il rientro nel Commonwealth, secondo un senatore del Fianna Fáil, il principale partito di governo a Dublino.

Il senatore di Wexford, Malcolm Byrne, ha parlato dopo che il TD del Fine Gael, Neale Richmond, ha detto che l’Irlanda dovrebbe rientrare nel club reale britannico come gesto di buona volontà verso gli unionisti.

Intervistato dal programma The Hard Shoulder  di News Talk, l’altra sera, il senatore Byrne ha detto che l’appartenenza al Commonwealth è solo una delle tante questioni che dovranno essere prese in considerazione nei colloqui sull’Irlanda unita.

“Penso che quando stiamo cercando di costruire una nuova nazione, tutto deve essere sul tavolo”, ha affermato.

“Qualcosa che dovremo considerare è che saremo un’isola di otto o nove milioni di persone e più di un milione verrà da una tradizione unionista. Ci saranno questioni sull’identità unionista che dovranno essere considerate”.

“Non sono un grande fan del Commonwealth; per me non è importante, ma per coloro di tradizione unionista è qualcosa di importante” ha aggiunto.

Il parlamentare del Fine Gael  Neale Richmond ha notato che il Commonwealth non è governato dal Regno Unito e la maggior parte dei suoi 54 stati membri sono repubbliche.

“Dobbiamo ricordare che per molti di quelli che si descrivono come unionisti, vedono la loro identità britannica come qualcosa di importante”, ha detto.

“Molti di loro hanno detto che vorrebbero vedere la questione dell’appartenenza al Commonwealth sul tavolo della discussione e, se abbiamo imparato qualcosa dalle discussioni dell’Accordo del Venerdì Santo e dal processo di pace, è che richiede buona volontà da tutte le parti”.

Commonwealth
Non ha voluto però appoggiare la richiesta del deputato Richmond che l’Irlanda rientri nel club prima che inizino i colloqui per unire l’isola.

“Non vedo un punto in termini di adesione dell’Irlanda, ma penso che nel contesto della creazione di una nuova Irlanda unita o di un nuovo paese, qualunque cosa sia, ciò significa che molte questioni saranno all’ordine del giorno, inclusa l’adesione”, ha detto.

“Espediente”
Anche Robbie Smyth, editore di An Phoblacht ed ex segretario generale dello Sinn Féin ha voluto chiosare dicendo che l’appello del deputato Richmond era una “trovata”.

“Penso che se c’è una cosa che non piace agli unionisti sono gli espedienti e i gesti frammentari”, ha detto.

“Ad essere onesti, non ho mai incontrato nessun politico unionista che abbia anche solo menzionato il Commonwealth perchè, per loro, il legame è quello di essere parte della Gran Bretagna e il Commonwealth è, semmai, una casa a metà strada o un quarto di strada”, ha detto. “Per me non è un problema”. (NDR/LET l’affermazione dello shinner secondo cui “nessun politico unionista che abbia anche solo menzionato il Commonwealth”, o almeno incontrato da lui, è errata (Jeffrey Donaldson 2019 alla conferenza nazionale del Fine Gael a Wexford)

“Ciò che è più importante è non essere risucchiati in espedienti e la cosa che sarebbe, credo, fondamentale per la partecipazione degli unionisti in un’Irlanda unita è una garanzia della loro sicurezza economica, culturale e politica.

“È la creazione di un percorso verso questa soluzione che è la chiave di un’isola condivisa – ma niente a che fare con il Commonwealth”, ha concluso l’editore della storica rivista repubblicana.

Il deputato Richmond ha ribadito il suo appello per l’adesione in un discorso al Sidney Sussex College dell’Università di Cambridge l’altra sera.

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