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Ex ministro della giustizia scozzese non esclude la necessità di ricorrere al referendum “illegale” per la Scozia come in Catalogna

"Se Westminster non concederà un referendum, la Scozia ha il diritto di agire" ha avvertito Kenny MacAskill ma Londra mostra la volontà di bloccare per sempre un secondo voto sull'indipendenza

Kenny MacAskill, ex segretario di giustizia del governo scozzese sotto la guida di Alex Salmond, ha suggerito la possibilità che la Scozia, per necessità, potrebbe dover emulare alcuni aspetti del percorso della Catalogna verso l’indipendenza: muovendosi unilateralmente per tenere una consultazione se è non è possibile ottenere l’approvazione del governo centrale. MacAskill ha proposto questo approccio in una colonna pubblicata su The Scotman, che ha suscitato polemiche. “Se Westminster non concederà un referendum, la Scozia ha il diritto di agire”, sostiene MacAskill.

MacAskill, del Partito nazionale scozzese (SNP), è un fermo sostenitore di un secondo referendum sull’indipendenza per la Scozia, il cosiddetto indyref2. Sostiene che i referendum sono il modo migliore per risolvere “importanti questioni costituzionali”. MacAskill è preoccupato perché l’atteggiamento dei conservatori britannici sta diventando più intransigente, con un’apparente volontà di bloccare per sempre un secondo referendum.

In questo contesto, afferma MacAskill, “altre strategie devono essere escogitate”, ipotizzando che un nuovo voto elettorale scozzese farebbe pressione su Westminster, ma affermando che “solo un plebiscito alla fine farà cambiare la situazione”. Sebbene l’ex ministro scozzese non spieghi esattamente fino a che punto pensa che debba andare la pressione unilaterale scozzese, si è aperto un dibattito, con alcuni sostenendo sui social media che è tempo di disobbedienza civile.

Väinämöinen

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