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Bloody Sunday: domani veglia a Londra contro l’amnistia per i militari britannici

“Nelle tasche del diciassettenne Gerald Donaghy, senza vita, furono piantate delle bombe a chiodi. Un giornalista del Times ha persino ventilato l’idea che forse l’esercito britannico non aveva ucciso nessuno quel giorno e che l’IRA aveva tredici corpi nascosti in un frigorifero da qualche parte”.

 

Domenica 30 gennaio 1972, il 1° reggimento di paracadutisti dell’esercito britannico aprì il fuoco su civili disarmati che marciavano contro l’internamento nel Bogside di Derry. Il giorno sarebbe diventato noto come ‘Bloody Sunday’. Un altro giorno sanguinoso nella lunga storia dell’interferenza della Gran Bretagna in Irlanda. La domenica di sangue ha scioccato il mondo. Alla fine della giornata, ventisette persone erano state fucilate. Tredici giacciono morti. Ed entro quattro mesi una quattordicesima sarebbe morta per le sue ferite. I media dell’establishment hanno immediatamente cercato di impostare la narrazione. È stato affermato: l’esercito stava rispondendo agli spari. L’IRA aveva aperto il fuoco per prima. I morti si erano ribellati. Nelle tasche del diciassettenne Gerald Donaghy senza vita erano state messe delle bombe a chiodi. Un giornalista del Times ha persino ventilato l’idea che forse l’esercito britannico non aveva ucciso nessuno quel giorno e che l’IRA aveva tredici corpi nascosti in un frigorifero da qualche parte che avevano poi piazzato intorno a Derry. La campagna di insabbiamento e disinformazione fu così approfondita che il giornalista del Sunday Times, Murray Sayle, alla fine si dimise dal giornale, frustrato dal rifiuto di pubblicare la sua indagine sulla verità delle sparatorie. Non è stato fino al giugno 2010 che l’establishment britannico ha finalmente accettato che le persone uccise la Domenica di Sangue erano innocenti. L’inchiesta Saville si è rivelata la più grande indagine nella storia giuridica britannica. Interrogando più di 900 testimoni per sette anni e costando circa 195 milioni di sterline. Il primo ministro britannico, David Cameron, ha detto alle camere “Non c’è dubbio, non c’è nulla di equivoco, non ci sono ambiguità. Quello che è successo la domenica di sangue era ingiustificato e ingiustificabile. Era sbagliato”. La gente di Derry, e l’Irlanda intera, lo sapeva già. Ma ora l’establishment britannico lo aveva ammesso. Il rapporto concludeva che il 1° reggimento di paracadutisti aveva aperto il fuoco senza provocazione, sparato ai civili in fuga, e causato la morte di quattordici persone. Il rapporto affermava che i soldati britannici avevano poi inventato delle bugie nel tentativo di nascondere questi fatti. Il rapporto ha anche accettato, contrariamente alle affermazioni precedenti, che nessuna pietra e nessuna molotov erano state lanciate dai civili prima che i soldati britannici sparassero loro, e che le vittime non rappresentavano alcuna minaccia. Tuttavia, come fu detto una volta, la “giustizia britannica” è un ossimoro e negli anni successivi il governo britannico ha fatto tutto ciò che era in suo potere per offuscare e bloccare la verità e la giustizia per le famiglie del Bloody Sunday e per molte altre famiglie. Non ci può essere alcun dubbio che l’attuale politica di amnistia proposta dal governo britannico, come delineata nel loro documento ‘Command’ del luglio dello scorso anno, rappresenta una serie di passi drastici e negativi. Le proposte di vasta portata bloccherebbero le indagini, le azioni civili, le inchieste sull’eredità dei troubles e i procedimenti penali per tutte le vittime del conflitto. Attendiamo un progetto di legge che rifletta queste draconiane proposte. Queste proposte sono una partenza radicale che allontana dall’accordo di Stormont House del dicembre 2014. ‘Stormont House’ ha rappresentato un approccio concordato sul meccanismo di eredità ed è stato approvato sia dal governo britannico che da quello irlandese e dalla maggioranza dei partiti politici. Insieme alla retorica sconsiderata di questo governo che circonda il protocollo e la Brexit, i Tories stanno cercando di guidare anche un cavallo e un carro attraverso la delicata politica dell’eredità nel nord dell’Irlanda. Le attuali proposte di amnistia sono state respinte da ogni partito politico sull’isola d’Irlanda; oltre al governo irlandese, l’Assemblea del nord, il Forum delle vittime, la Commissione per i diritti umani, la società legale, le chiese principali e molti accademici e avvocati di spicco. A livello internazionale è stato condannato da relatori speciali delle Nazioni Unite, dal commissario europeo per i diritti umani e da alti membri del Congresso degli Stati Uniti. Dal punto di vista legislativo le proposte vanno persino oltre l’amnistia rilasciata dal generale Pinochet alle forze statali in Cile. L’amnistia deve sparire. Non solo per le famiglie della Bloody Sunday ma per tutti i sopravvissuti e le vittime del conflitto in Irlanda del Nord. Questo è il motivo per cui questo giovedì ci sarà una veglia a Londra per celebrare il 50° anniversario di Bloody Sunday che sarà anche una protesta contro l’amnistia dei Tory per le forze statali.

La veglia è organizzata dal “Terence MacSwiney Commemoration Committee [Londra]” e avrà luogo alle 13, il 27 gennaio, a Parliament Square. Gli oratori confermati finora includono Gerry Duddy, a nome delle famiglie della Bloody Sunday, e John Finucane MP, con altri oratori da confermare

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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