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La serie TV di Blade Runner sarà girata a Belfast

È stato confermato che il sequel televisivo del franchise cinematografico di Bladerunner sarà girato a Belfast. La nuova serie, Blade Runner 2099, sarà prodotta da Amazon e le riprese dovrebbero iniziare in città il prossimo anno. L’annuncio è stato dato ieri dal Northern Ireland Screen in occasione del lancio della sua nuova strategia “Stories, Skills and Sustainability”, che ha delineato i piani per l’industria cinematografica in forte espansione del nord per i prossimi quattro anni. Lo show fantascientifico seguirà il film Blade Runner 2049 del 2017, interpretato da Ryan Gosling e Harrison Ford, protagonista del Blade Runner originale del 1982. L’amministratore delegato di NI Screen, Richard Williams, ha parlato del nuovo show: “Sarà molto grande”. Il franchise è basato sul romanzo del 1968 Do Androids Dream of Electric Sheep dell’autore Philip K. Dick. A settembre Amazon ha annunciato la produzione della serie insieme al regista del film originale, Ridley Scott. Nel frattempo, all’evento NI Screen presso la Waterfront Hall di Belfast, è stato celebrato il successo dell’industria cinematografica e televisiva del nord, con la commedia di Channel 4 Derry Girls e il film Belfast di Kenneth Branagh, vincitore dell’Oscar nel 2021, tra le produzioni in evidenza. Il ministro dell’Economia di Stormont Gordon Lyons, che ha partecipato all’evento insieme al ministro delle Comunità Dierdre Hargey, ha dichiarato che le produzioni, tra cui l’imminente film di Netflix The School for Good & Evil, “offrono opportunità di lavoro altamente qualificate, tirocini per sviluppare la nostra crescente forza lavoro nel settore cinematografico e creano importanti catene di approvvigionamento che contribuiscono a rafforzare l’attività economica”. Williams ha aggiunto che, nonostante le “notevoli turbolenze del mercato”, è “fiducioso che ci saranno ancora sufficienti opportunità per il settore per continuare a crescere” nei prossimi anni.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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