Askatasuna Aurrera

ETA: dei 14 siti negoziati sul recupero delle armi, due erano stati svuotati, dice colonnello Guardia Civil

La Guardia Civil controlla molto da vicino le neodissidenze di Euskadi Ta Askatasuna, l’ETA, per evitare il rischio di un ritorno alle armi simile all’episodio “Real Ira” in Irlanda del Nord, fanno sapere. E ‘stato affermato nientemeno che da un colonnello dei servizi di informazione della Guardia Civil, che ora ha finalmente un volto e un nome. Si tratta dell’alto ufficiale, Valentín Díaz Blanco. Il pezzo da ’90’ della benemerita spagnola, ha precisato che si tratta di un gruppo di dissidenti, guidato “da circa una dozzina di prigionieri dell’organizzazione terroristica che avrebbe una piccola struttura e circa mezzo migliaio di sostenitori”. Il gruppo in questione, indicato dal militare, sarebbe noto come ATA (Amnistia Ta Askatasuna), ma per il momento la Guardia Civil esclude il ritorno alla lotta armata della formazione sotto qualsiasi nome. Tuttavia, data la possibilità che questa posizione possa variare, a causa di una situazione estremamente “fluida” nelle varie fasi negoziative, soprattutto in materia di prigionieri baschi da una parte, e disarmo dall’altra, una vigilanza permanente di questa formazione è adesso aperta e operativa: “Ciò non significa che in un dato momento le cose non si complicano, prendere una pistola è facile”, ha detto.

Lo ha fatto durante una colazione informativa che in occasione del 175 ° anniversario della fondazione della Guardia Civil si è tenuta a Pamplona e in cui ha affrontato la fine dell’ETA. A questo proposito ha sottolineato che una minoranza e la parte residua l’organizzazione è stata molto critica del modo in cui la formazione ha proceduto alla sua dissoluzione, così da facilitare il percorso imposto da sinistra dal leader nazionalista Arnaldo Otegi. Díaz Blanco ha sottolineato che tra la dozzina di prigionieri dell’ETA che farebbero parte di questo gruppo di dissidenti, e critici dell’inscenata finale della formazione lo scorso anno, con ancora centinaia di volontari baschi dietro le sbarre, i prigionieri di ETA sarebbero stati monitorati (visite) e ascoltati. Con la sua propria struttura, Iñaki Bilbao, un rispettato repubblicano e operativo di Euskadi Ta Askatasuna (fece parte dell’operazione Carrero Blanco – Operación Ogro), uno degli ortodossi senza compromessi, il colonnello afferma che sia lui “l’ideologo” del gruppo e gode di un ampio supporto nella costellazione ultranazionalista basca. Con lui, spiega, compatti e allineati, il resto dei prigionieri dell’ETA e le piattaforme pro-amnistia e supporto per prigionieri e le famiglie.  Aumentano, evidenzia anche il militare, le manifestazioni popolari nei Paesi Baschi per chiedere l’amnistia. Il colonnello della Guardia Civile ha ricordato che quando l’ETA ha organizzato il suo disarmo, avvenuto su un elenco di 14 luoghi del suo arsenale, indicati con quattordici punti diversi per il recupero da parte delle forze di sicurezza “due di questi erano vuoti”, fa brillare Blanco. Secondo il colonnello, un notevole quantitativo d’armi potrebbe essere nelle mani della dissidenza dell’organizzazione. La struttura che ha questo settore critico verso il nuovo orientamento “istituzionale” della sinistra nazionalista, dovrebbe includere il nuovo partito Herritarren Batasuna (HB), il movimento giovanile Gazte Koordinadora Sozialista (GKS) e Ibil, responsabile nel corso degli anni di diverse kale borroka. Questo settore ha agito in parallelo, operando in maniera indipendente dalla sinistra nazionalista, cercando di attrarre i giovani con manifestazioni a sostegno dei prigionieri e con la richiesta di astensione alle precedenti elezioni alle quali aveva aderito EH Bildu. La critica era rivolta anche alla formazione di sinistra di Abertzale perché ritenuta “venduta” al sistema e colpevole del tradimento della “lotta dei prigionieri”. I prigionieri di ATA sono critici anche verso la maggior parte dei prigionieri di ETA, radunati sotto la sigla EPPK. Rispetto a quest’ultimo ATA non comprende l’accettazione della legge penitenziaria e l’accesso ai benefici stabiliti in essa. ATA ha il sostegno di importanti prigionieri come Iñaki Bilbao, Jon Kepa Preciado, Ion Iurrebaso o Ibai Aginaga, tutti sostenitori di una piena amnistia per tutti i prigionieri baschi. Iurrebaso definì “spia” Arnaldo Otegi e parlò del percorso politico intrapreso da Sortu come “cipaysmo politico”.

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