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Il salto mortale di Berenice Abbott: Ritratti della Modernità, in mostra a Barcellona una dei più grandi nella storia della fotografia

Fino al 19 maggio potrete godervi l’ampia retrospettiva che la Fundación MAPFRE di Barcellona dedica a una delle grandi signore della fotografia

 

 

 

 

 

Molto prima che inventassero concetti oramai triti come “lasciare la zona di comfort” o “pensare fuori dagli schemi”, c’erano quelli che fecero scuola con loro la loro traiettoria di vita e il loro lavoro. Tra gli esempi più emblematici c’è Berenice Abbott, una dei più grandi nella storia della fotografia, di cui possiamo ancora vedere l’ampia retrospettiva che la Fondazione MAPFRE le dedica a Casa Garriga Nogués, la sua sala espositiva a Barcellona, ​​fino al 19 maggio. Persino gli invincibili guerrieri Asterix e Obelix e il loro irriducibile villaggio di Gala temevano qualcosa – che il cielo sarebbe caduto sulla loro testa – ma se Abbott avesse mai temuto nulla, è difficile chiarirlo. Ovviamente non per cambiare, perché non ha mai avuto problemi a rischiare di iniziare nuove avventure, in quanto il pubblico scoprirà attraverso quasi 200 fotografie che documentano le varie fasi artistiche attraverso cui è passata: ritrattistica, architettura e fotografia scientifica.

 

 

 

 

Né si confronta temendo convenzioni sociali, che ha ignorato vivendo totalmente la sua omosessualità in un momento in cui non doveva essere facile, uno dei suoi partner è stato il critico d’arte Elisabetta McCausland; né alle altezze, di cui sono registrate le sue celebri fotografie di architettura newyorkese, fatte da angoli sorprendentemente spericolati. Se Abbott non era un acrobata, poco le mancava. Certo che ha reso la sua vita una capriola costante. Una personalità unica, oltre la fotografia. La personalità molto forte di Berenice rende il campione che possiamo ancora vedere, battezzato come Berenice Abbott. Ritratti di modernità, un’occasione unica non solo per gli amanti della fotografia, ma per coloro che vogliono scoprire attraverso le immagini  questo innovativo artista che, nelle sue stesse parole, non ha mai voluto essere una ragazza decente e offerto attraverso il suo lavoro uno sguardo unico a tutte le trasformazioni del XX secolo. Parigi, dove è arrivata lasciando dietro di sé la sua nativa Ohio e poi New York Greenwich, dove ha imparato il mestiere in un laboratorio fotografico come assistente del leggendario Man Ray, sono i suoi ritratti di artisti, Jean Cocteau che dorme con una maschera accanto, che hanno fatto la capitale francese la sua casa nel periodo tra le due guerre. Già a quel tempo Abbott ha fatto crescere il suo nome come ritrattista con il proprio timbro che non ha esitato a mostrare la parte più seducente di ciascuno degli intellettuali che hanno posato davanti alla sua macchina fotografica.

 

 

 

 

Il riconoscimento che aveva ottenuto, doppiamente meritevole al momento di essere una donna in una professione allora fondamentalmente maschile, non la fece esitare a cambiare completamente tematiche e passo, ma anche continente. Ed è proprio il fatto che la New York in vero fermento degli anni ’30 abbia infiammato la curiosità di Abbott, che è tornata nel suo paese per documentare i cambiamenti della città dei grattacieli in una serie di istantanee essenziali che possono essere viste nella mostra.

 

 

 

Non ha esitato a scalare i grattacieli più alti in costruzione e progettare particolari strumenti per le sue attrezzature fotografiche. Né nell’entrare nei quartieri più emarginati della città per ritrarre il suo lato più oscuro, ma come sempre anche e soprattutto per evitare quelli che la criticavano per essere una donna e muoversi per strade indesiderabili. Le immagini di quel tempo, pubblicate sotto il titolo di Changing New York nel 1939, sono un documento unico sulla trasformazione della città.

Pioniere della fotografia scientifica

Anni dopo, Berenice tornò a gettarsi nel vuoto e ad affrontare rischi in un terreno così sconosciuto – e, ancora, con una presenza femminile così esigua – come la fotografia scientifica. Per questo, ha documentato esperimenti di lavoro per il Massachusetts Institute of Technology e ha mostrato di passaggio che qualcosa di così arido come la ricerca potrebbe anche diventare una vera opera d’arte. Bastava un solo sguardo, qualcosa che Abbott aveva certamente.

 

 

 

 

Un altro dei suoi progetti, la documentazione fotografica della costruzione di una strada dalla Florida al Maine, la portò a scoprire questo ultimo territorio, che le diede una vera cotta. Si innamorò al punto di spostare la sua residenza lì, dove chiuse gli occhi per l’ultima volta, che era uno dei look più moderni del 20 ° secolo. Organizzata dalla Fundación MAPFRE e curata da Estrella de Diego, docente di arte contemporanea presso l’Università Complutense, la mostra ha ricevuto fondi da alcune delle più importanti collezioni istituzionali americane, come, tra gli altri, la New York Public Library e il Centro Internazionale di fotografia. Dopo la sua visita a Barcellona, ​​visiterà la sede della Fondazione di Madrid e, in seguito, l’Huis Marseille Museum di Amsterdam e la Die Photographische Sammlung / SK Stiftung Kultur di Colonia.

 

 

 

 

Daniel Losada Seoane

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