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Anthony McIntyre: “Fateci leggere le parole di Bobby Sands”

A quarant’anni dalla sua morte, Bobby Sands rimane una figura di notevole interesse sia in patria che all’estero. Il suo coraggio, la sete inestinguibile di giustizia e il puro altruismo continuano a ispirare soggezione e riverenza. Quelli di noi che hanno preso parte alla Blanket protest insieme a lui sono per sempre in bilico, a capo chino in segno di rispetto per l’enorme atto di dignitosa sfida che ha posto fine alla sua breve vita.

Bobby è morto nella protesta pacifica contro gli uomini e le donne violente britanniche. Qualunque cosa abbia spinto Jim Gibney a dire che non voleva parlare di nuovo di Bobby, non è un sentimento condiviso da me o da molti altri uomini che hanno vissuto per mesi in una fredda prigione inglese con addosso soltanto una coperta. Il nome di Bobby Sands avrà sempre un posto nella nostra conversazione fino alla fine dei nostri giorni.

Mentre la lotta armata di cui faceva parte non riuscì a costringere gli inglesi a ritirarsi dall’Irlanda, non riuscì a costringere il Nord a divenire uno stato unitario e non riuscì a porre fine alla partizione, lui e i suoi nove compagni riuscirono con grande successo a impedire che quella lotta fosse rappresentata dagli inglesi come una semplice ondata di criminalità. Nel 1971 un settimanale repubblicano osservò come fosse divertente che tutti i paesi occupati dalla Gran Bretagna fossero diventati improvvisamente un covo di criminali. Max Stirner, la cui morte ha preceduto quella di Bobby Sands di oltre un secolo, intuì la cinica propensione ondivaga da parte della burocrazia: “Lo stato chiama la propria violenza legge, mentre quella dell’individuo la chiama crimine”. Bobby Sands è l’epitome di tutto ciò che non è un’impresa criminale.

Il quarantesimo anniversario della scomparsa del volontario dell’IRA ha visto comparire una comunicazione inedita scritta da lui una settimana prima di iniziare lo sciopero della fame. In esso esprimeva un forte desiderio di essere sepolto in un luogo diverso dal cimitero di Milltown verso il quale nutriva profonda avversione. La sua preferenza fu per la cittadina di Ballina, nella Contea di Mayo, dove sono sepolti i due precedenti hunger striker dei Provisional IRA, Michael Gaughan e Frank Stagg. Ha anche chiesto di non essere avvolto in un sudario ma in una coperta. L’idea di un sudario la trovava umiliante.

Avvolgere il suo corpo in una coperta non fu uno shock. La coperta era l’emblema della protesta carceraria e lui si identificava come un blanketman, dicendo persino al segretario di stato britannico Roy Mason “seppellitemi nella mia coperta”. Ciò che ha sconvolto i sensi è stato il suo desiderio di non essere sepolto a Milltown. Parlando l’altro giorno con un ex prigioniero, Alex McCrory, mi è stata espressa l’opinione che essere sepolto a Milltown sembrava la migliore scelta strategica da fare se le vite degli altri tre uomini in sciopero della fame avessero avuto qualche possibilità di essere salvate. Una massiccia dimostrazione di solidarietà pubblica a Belfast verso gli uomini che facevano lo sciopero della fame e verso la loro causa era indispensabile per costringere il Primo Ministro britannico a fare un passo indietro dalla sua posizione di lasciar morire tutti gli uomini in sciopero.

È una prospettiva con cui concordo pienamente. Se questo venne discusso con Bobby Sands dai leader repubblicani che gestivano strategicamente lo sciopero della fame, non lo sappiamo. Sembra che non ci siano comunicazioni che ci permettano di trarre una conclusione in un senso o nell’altro. Ciò che ci resta è la preferenza espressa da Bobby Sands a non essere sepolto a Milltown.

Il Bobby Sands Trust e lo Sinn Fein hanno entrambi levato gli scudi all’uscita dell’inedita comunicazione. Michelle O’Neill, parlando di grossolana pubblicazione, ha affermato di “aver visto altre comunicazioni in cui Bobby cambiò i suoi desideri sulla sepoltura”. Forse dovrebbe condividerle, perché finora non è stato prodotto nulla che dimostrerebbe che Bobby Sands acconsentì a essere sepolto a Milltown o in un sudario.

Lo Sinn Féin ha affermato che:

Scrisse nelle comunicazioni sulla possibilità di essere sepolto a Carnmoney, da qualche parte nel Sud e in particolare a Ballina. Tuttavia cambiò idea su ciascun luogo e nell’ultima comunicazione del 9 marzo, in cui si fa riferimento a Ballina, afferma esplicitamente di aver cambiato idea.

Quello che ora sappiamo è che Bobby ha cambiato idea sulla sepoltura a Ballina. Semplicemente, però, non sappiamo in cosa l’abbia cambiato. Non abbiamo visto nulla dallo Sinn Féin che dimostri che ha cambiato idea “su ciascun luogo”. Se lo avesse fatto, dove sono le prove a sostegno di questa affermazione? Data la sua vicinanza a sua sorella, Faughart nella contea di Louth rimane una grande possibilità. Non c’è nulla che indichi che abbia avuto un cambiamento di idea al riguardo. Se ha cambiato idea su Faughart, dove lo possiamo leggere? Se ha cambiato idea su Milltown, di nuovo dov’è la comunicazione che lo attesta?

Danny Morrison è stato, insolitamente per lui, abbastanza misurato nella sua risposta, attenendosi ai dettagli piuttosto che diffamare coloro che hanno pubblicato la comunicazione o ne hanno parlato con i media. Eppure, come Michelle O’Neill e lo Sinn Féin, è riuscito a non sembrare convincente. Ha affermato che si presumeva che i repubblicani di Belfast sarebbero stati sepolti a Milltown. Per quanto sia un’ipotesi, sembra abbastanza corretta averla fatta. Ma se era un’ipotesi, dove ora lo Sinn Féin afferma che Bobby aveva cambiato idea? Se avesse cambiato idea su Milltown e ne avesse informato la leadership, non ci sarebbe stato bisogno di fare ipotesi o supposizioni. Ciò che non è un’ipotesi è che l’Hunger Strike Committee (Comitato per lo Sciopero della Fame, ndt) era in possesso della comunicazione in cui Bobby Sands si è espressamente opposto alla sepoltura di Milltown. Quella comunicazione non è mai stata resa pubblica, è stata nascosta per lungo tempo alla famiglia Sands ed è stata scoperta solo casualmente nell’Archivio Nazionale di Dublino.

Morrison, parlando all’Irish News, si è rivolto obliquamente a Marcella e Bernadette Sands, sorelle di Bobby. Ha affermato che quando erano all’interno del Bobby Sands Trust non hanno sollevato la questione sull’ultima dimora del fratello. Perché avrebbero dovuto farlo, quando non gli era stato comunicato che Bobby aveva obiettato alla sepoltura a Milltown? Il Comitato per lo sciopero della fame di cui Morrison era membro, tuttavia, all’epoca lo sapeva, ma non lo disse mai alla famiglia. Inoltre, Morrison doveva sapere sin dalla morte di Rosaleen Sands, madre di Bobby scomparsa nel 2018, che la famiglia era in possesso di informazioni che indicavano che i desideri funebri di suo figlio erano stati sovvertiti. Mai una volta Morrison ha parlato di questo sul sito web del Bobby Sands Trust. Né ha pubblicato sullo stesso sito l’elogio funebre pronunciato da Bernadette a sua madre.

C’è un modo per risolvere la questione: produrre le comunicazioni nella loro interezza. Non estratti, ma solamente le parole complete e non censurate di Bobby Sands. Ha lavorato duramente per produrli. Perché nasconderli? Concludo dicendo che solo Roy Mason, Humphrey Atkins, Margaret Thatcher e la loro gente volevano che le parole di Bobby Sands fossero messe a tacere.

René Querin

Di professione grafico e web designer, sono appassionato di trekking e innamorato dell'Irlanda e della sua storia. Insieme ad Andrea Varacalli ho creato e gestisco Les Enfants Terribles.

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