Distretto Nord

Bloody Sunday: giovani repubblicani in passamontagna tirano giù e bruciano banner in supporto del ‘soldato F’ a Lurgan

Un grande striscione “Supporta il Soldato F” che era stato allestito nel cuore della roccaforte lealista di Mourneview a Lurgan è stato rimosso durante la notte e bruciato. Le immagini girate sui social media mostrano un gruppo di giovani repubblicani a volto coperto con lo striscione davanti a un cartello con su scritto “Unisciti all’IRA” raffigurante un uomo armato. Una seconda fotografia mostra poi tre giovani mascherati in piedi davanti allo striscione in fiamme mentre mostrano il dito medio. Bandiere e striscioni dei paracadutisti a sostegno per il soldato ‘F’  sono apparsi nelle aree protestanti unioniste di tutta l’Irlanda del Nord in seguito alla decisione di portare alla sbarra un militare, noto solo come soldato F, per aver presumibilmente ucciso due uomini durante la Bloody Sunday nell’area di Bogside a Derry nel 1972. Tredici persone furono uccise quella domenica, 20 gennaio 1972, e una 14esima vittima è morta a causa delle ferite riportate mesi dopo. Il soldato F è accusato dell’omicidio di due delle vittime, William McKinney e James Wray. È stato anche accusato del tentato omicidio di altri quattro attivisti per i diritti civili nello stesso giorno. Molte persone in tutto il Regno Unito hanno stanno appoggiando l’istanza e la mobilitazione dei veterani per forzare il governo ad estendere l’amnistia su tutte le forze armate di Sua Maestà, compresi i militari che hanno prestato servizio nelle Sei Contee. Alcuni unionisti affermano che le indagini si sarebbero “ingiustamente focalizzate solo sulle uccisioni eseguite dalle forze militari piuttosto che su quelle operate dalle organizzazioni terroristiche.” In virtu’ del processo di pace, un totale di 428 prigionieri del Provisional IRA sono stati liberati in base ai termini del programma di rilascio anticipato, compresi 143 che stavano scontando condanne all’ergastolo.

 

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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