Distretto NordStoria

IRA responsabile di 26 omicidi dall’Accordo di Pace del 1998, ma guardare indietro è pericoloso

Le cifre chiave del processo di pace hanno espresso un’ampia gamma di opinioni sui rapporti secondo cui i membri dell’IRA hanno commesso 26 omicidi da quando il Nord Irlanda ha approvato l’Accordo del Venerdì Santo nel 1998.

Il numero di omicidi a cui sono stati collegati i Provisional IRA ha scioccato alcuni esperti osservatori, come riportato sul Lurgan Mail nella settimana in cui il ministro delle Finanze di Stormont Conor Murphy affonta le accuse di fornire copertura ai membri dell’IRA coinvolti nell’omicidio di Paul Quinn, giovane di South Armagh ucciso nel 2007.

Sebbene non sia possibile fornire cifre esatte, un esame dettagliato condotto dall’Irish Independent nel 2005 ha riportato un profilo dettagliato di 39 singoli omicidi eseguiti da membri dell’IRA dal cessate il fuoco repubblicano del 1994 fino a quel momento. Se l’analisi fosse accurata, ciò porterebbe adesso a 26 omicidi compiuti dall’Accordo del Venerdì Santo (Good Friday Agreement).

Un tema comune era rappresentato dalle persone che avevano sfidato i membri dell’IRA nelle proprie comunità e ne avevano pagato un caro prezzo. Nel 2018 il ricercatore Paul Nolan, supportato dalla Queen’s University, ha scoperto che 38 civili cattolici erano stati uccisi da organizzazioni repubblicane non specificate dalla firma dell’Accordo del Venerdì Santo – un numero simile a quello ottenuto dall’Irish Independent.

Nel complesso Nolan ha affermato che dal 1998 i repubblicani hanno ucciso 74 persone mentre i gruppi armati lealisti sono responsabili di 71 omicidi, dopo la firma di un accordo che avrebbe dovuto portare ad una pace duratura.

A novembre la PSNI ha confermato che la sua valutazione del 2015 è rimasta invariata – l’Army Council dell’IRA sovrintende ancora a strutture e dipartimenti regionali ridotti – e anche lo Sinn Féin – e sebbene sia impegnato nella pace, “ci sono stati episodi isolati di violenza, inclusi omicidi”.

Altri eventi importanti legati all’IRA sono stati il furto di 37 milioni di sterline alla Northern Bank nel 2004, l’addestramento in Sud America dei Colombia Three del 2001 e l’irruzione nella stazione PSNI di Castlereagh nel 2002.

Il Taoiseach (primo ministro) uscente Leo Varadkar ha recentemente descritto lo Sinn Féin come “la più grande minaccia alla nostra democrazia” paragonando il partito ai “lupi”. Ha detto che il partito non rispetta i tribunali irlandesi, la polizia e i parlamenti nei quali sono eletti i suoi rappresentanti.

Alla domanda se il comportamento del movimento repubblicano dopo l’Accordo del Venerdì Santo sia accettabile come parte di un “processo di pace” e se qualsiasi altra democrazia accetterebbe di vivere oltre 1000 giorni senza governo, i principali protagonisti del processo di pace e altri opinionisti hanno offerto diversi punti di vista.

L’ex primo ministro David Trimble ha rifiutato di dare qualsiasi reazione personale, ma ha suggerito che dovrebbero rispondere i custodi dell’Accordo del Venerdì Santo.

“Le domande [su questi argomenti] dovrebbero essere indirizzate ai governi del Regno Unito, dell’Irlanda e degli Stati Uniti”, ha detto al quotidiano News Letter.

Il reverendo Harold Good, che aiutò a sovrintendere alla messa fuori uso delle armi dell’IRA, ha fornito una visione molto positiva della situazione attuale.

“Tutti noi abbiamo un passato”, ha affermato. “Pertanto restiamo concentrati sul futuro. Questo è il chiaro messaggio dell’elettorato nordirlandese nelle recenti elezioni. Andare avanti con lo sguardo fissato sullo specchietto retrovisore non ci porterà da nessuna parte. Potenzialmente, potrebbe essere una cosa molto pericolosa”.

Lord Eames, ex Primate della Chiesa d’Irlanda, che fu aperto sostenitore del processo di pace, ha parlato in maniera positiva.

“Il problema nella comparazione del giorno d’oggi con i Troubles è che accetteremo le nostre divisioni e difficoltà come una cosa normale e cercheremmo con meno urgenza una vera riconciliazione”, ha detto. “Certamente oggi è meglio dei giorni bui del passato, ma il nostro viaggio comunitario è ancora in corso”.

Una risposta critica giunge al leader del Traditional Unionist Voice (TUV) Jim Allister. “Questo elenco [di omicidi] è una prova molto ampia che mostra quanto occorreva prendere seriamente l’IRA e certamente non ignorarla come fece la Commissione Indipendente (Independent Reporting Commission) nei suoi ultimi rapporti. L’Irlanda del Nord ha bisogno di un’adeguata gestione dell’attuale stato della PIRA e del suo Army Council, non solo per le vittime ma per la sicurezza di tutti”.

William Matchett, scrittore ed ex ufficiale dello Special Branch, ha detto: “Accidenti, sono davvero tanti [omicidi]. Sospetto che quasi tutti sono stati commessi da ex membri della PIRA per volere o per procura dei Provisional IRA, cosa che tutti negano”.

L’ex Soprintendente Capo, Norman Baxter, ha detto che “era abbastanza chiaro come i terroristi repubblicani, in particolare i Provos, stessero colpendo e terrorizzando i membri della comunità che sostenevano di proteggere”.

Kenny Donaldson di Innnocent Victims United ha dichiarato che l’Army Council dell’IRA continua a gestire lo Sinn Féin e che le armi dell’IRA sono ancora in uso.

“Sarebbe inconcepibile che altre nazioni colpite dal terrorismo si comportassero in maniera codarda come il Regno Unito”, ha affermato. “La Spagna ha affrontato una campagna di insurrezione nel Paese Basco e ha sconfitto l’ETA. Finora la Spagna non ha indicato la volontà di venire a patti con l’ETA né con il suo portavoce politico”.

Il commentatore Alex Kane ha affermato che dalla fine degli anni ’90 il Regno Unito “ha fatto e detto qualsiasi cosa per garantire che lo Sinn Féin resti all’interno dell’esistente processo di pace”. Kane è “sempre più attratto dall’idea” che i governi del Regno Unito non abbiano usato il loro potere militare e politico “di gran lunga superiore” per distruggere l’IRA “al fine di raggiungere una soluzione in cui l’IRA e lo Sinn Féin sarebbero stati inclusi”.

L’altro commentatore Malachi O’Doherty è stato molto pragmatico. “Nonostante tutto, il movimento dei Provisional IRA ha plasmato il processo di pace pace a proprio vantaggio, dalla procrastinazione sulla distruzione delle armi all’omicidio occasionale e alla rapina, ha retto meglio di qualsiasi altro movimento paramilitare che abbiamo conosciuto”, ha detto. “Ciò ha imposto ipocrisia e appagamento su tutti noi, e il meglio che abbiamo potuto fare al riguardo è mantenere il giornalismo e il commento sinceri e liberi.

“Una strategia contrastante potrebbe essere quella di Israele che cerca di uccidere i leader di Hamas e vendicare ogni attacco. Il risultato è una guerra continua e l’incapacità di qualsiasi leader palestinese di rimanere al potere abbastanza a lungo da poter imparare a scendere a compromessi. La politica riguarda gli aspetti pratici rispetto ai principi, per quanto irritante possa sembrare”.

Ma l’ex prigioniero dell’IRA Anthony McIntyre ha affermato che l’informazione “non è stata una vera valutazione nata dal tentativo di comprendere appieno”. Ha aggiunto: “Saremo in grado di valutare meglio la campagna dell’IRA quando accederemo alle informazioni che mostrano fino a che punto c’era una joint venture tra molti membri dell’IRA e i servizi di sicurezza dello stato britannico”.

Ma Mairia Cahill, ex senatrice laburista irlandese e nipote del leader dell’IRA Joe Cahill, ha una visione diversa. “È una vera litania su come non mostrare rispetto, uguaglianza o integrità”, ha affermato.

Lo Sinn Fein non ha rilasciato alcun commento.

Omicidi compiuti da membri dell’IRA dall’Accordo del Venerdì Santo

2015

Kevin McGuigan, 53 anni, Belfast

2007

Paul Quinn, 21 anni, Castleblaney

2005

Denis Donaldson, 56, Donegal
Robert McCartney, 33 anni, Belfast

2003

Gareth O’Connor, 24 anni, South Armagh
Jimmy McGinley, 23 anni, Derry

2002

Mathew Burns, 26, Castlewellan
Brian McDonald, 51, Dungannon

2001

Seamus ‘Shavo’ Hogan, 47 anni, Dublino
Bobby McGuigan, 36 anni, Lurgan
Kieran Smyth Curraha, Contea di Meath
Michael Magee, 34 anni, Downpatrick
Paul Daly, 38, Belfast (compiuto dalla sigla DAAD, Direct Action Against Drugs)
Christopher O’Kane, 37 anni, Derry
Mark Robinson, 22 anni, Derry

2000

Edmund McCoy, 28 anni, Dunmurry
Nicholas ‘Mad Nicky’ O’Hare, 34 anni, Dundalk
Patrick Quinn, 32 anni, Magherafelt
Joseph O’Connor, 26 anni, Belfast
Trevor Kells, 35 anni, Belfast
Thomas ‘Tomo’ Byrne, 41 anni, Dublino

1999

Eamon Collins, 45 anni, Newry
Brendan ‘Speedy’ Fagan, 24 anni, Newry
Paul ‘Bull’ Downey, 37 anni, South Armagh
Charles Bennett, 22, Belfast

1998

Gerard Moran, 35 anni, Dublino

(Fonte: Irish Independent / CAIN, Ulster University)

Let

Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

Related Articles

Close