Distretto Nord

La “cordiale” corrispondenza del presidente dello Sinn Féin con Re Carlo è “un insulto alle vittime dell’imperialismo britannico”

Il rapporto “molto cordiale” di Mary Lou McDonald con Re Carlo attraverso le lettere è stato criticato, con un deputato che lo ha definito “un insulto alle vittime dell’imperialismo britannico”. La presidente dello Sinn Féin ha rivelato i dettagli della sua corrispondenza con il monarca britannico durante una recente intervista al Sunday Times. Parlando del re, la cui incoronazione avrà luogo a Londra a maggio, la McDonald ha detto: “Mi piace molto e l’ho trovato molto interessante e interessato”. La sua rivelazione segue le scene di un rapporto amichevole tra Re Carlo e i deputati dello Sinn Féin durante la sua visita al Castello di Hillsborough lo scorso novembre, dopo la morte della Regina Elisabetta. Il monarca ha stretto la mano alla vicepresidente dello Sinn Féin Michelle O’Neill e all’ex speaker di Stormont Alex Maskey, e ha discusso di come il partito sia diventato il più grande partito del nord dopo le elezioni dell’Assemblea dello scorso maggio. Maskey aveva precedentemente elogiato gli sforzi della defunta regina per costruire la pace nel nord dopo la sua morte. Nella sua intervista, la McDonald ha descritto la sua corrispondenza scritta con Re Carlo come “molto cordiale”. Il deputato di West Belfast People Before Profit, Gerry Carroll (nella foto), ha dichiarato che la “relazione intima con il capo delle forze armate britanniche è assolutamente ripugnante”. Ha affermato che: È un insulto alle vittime dell’imperialismo e del colonialismo britannico”, aggiungendo che la monarchia è “iniqua, superata e dovrebbe essere consegnata alla pattumiera della storia”. Carroll ha detto che la classe operaia “non ha bisogno di riconciliazione con un’istituzione caratterizzata da ricchezza oscena, privilegio ereditario e militarismo”.

Lo Sinn Féin è stato contattato per un commento da The Irish News.

 

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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