Distretto Nord

L’accordo sul protocollo dell’Irlanda del Nord non è imminente nonostante i progressi nei negoziati

La notizia diffusa dalla BBC che i colloqui hanno raggiunto la "fase finale" potrebbe essere prematura, dato che rimangono ancora alcune questioni da risolvere

 

Un accordo sul Protocollo dell’Irlanda del Nord non è imminente, anche se, secondo fonti governative, si continuano a fare buoni progressi. I negoziati sono ancora impegnativi e fonti della coalizione a Dublino affermano che le prossime due settimane di febbraio saranno “cruciali” per determinare la possibilità di trovare un accordo. Non si aspettano un accordo per questo fine settimana, nonostante la BBC abbia riferito che i negoziati hanno raggiunto la “fase finale”. Da quando Rishi Sunak è diventato primo ministro del Regno Unito sono stati compiuti buoni progressi, ma mentre sembrano possibili promettenti soluzioni tecniche ad alcuni dei problemi derivanti dal Protocollo, devono ancora essere superati gli ostacoli politici. Il Segretario del Nord Chris Heaton-Harris giovedì ha usato i suoi poteri per estendere la scadenza per il ritorno dell’Assemblea nordirlandese a Stormont al 2024. Il DUP si è rifiutato di tornare nell’istituzione di condivisione dei poteri a causa delle sue obiezioni all’accordo post-Brexit. Il rapporto della BBC, che cita due fonti a conoscenza dei negoziati, suggerisce che “si sta esaminando un testo legale in cui vengono definiti i dettagli finali e vincolanti”. Tuttavia, ha anche riferito che Downing Street ritiene che ci sia ancora molto lavoro da fare. Fonti irlandesi hanno rispecchiato questa posizione, suggerendo che, sebbene nessun accordo finale sia vicino al completamento, i negoziati sono entrati in un periodo in cui la portata di tale accordo potrebbe essere definita. Oltre a superare le potenziali obiezioni del DUP, Sunak ha il compito di vendere qualsiasi accordo all’ala destra del partito conservatore, dove il Gruppo di Ricerca Europeo (ERG) potrebbe rappresentare una sfida. Keir Starmer, il leader laburista, si è offerto a gennaio di fornire una “copertura politica” per approvare un accordo se questo “soddisfa il nostro interesse nazionale”, consentendo potenzialmente il passaggio di un accordo attraverso il parlamento britannico di fronte a una rivolta dei conservatori. Nel frattempo, il DUP sta affrontando le crescenti richieste di abbandonare il blocco della seduta dell’Assemblea di Stormont per consentire l’attuazione di una legge sulla donazione di organi in fase di stallo in Irlanda del Nord. I deputati sono stati richiamati a Stormont martedì prossimo nel tentativo di eleggere un presidente e di discutere l’attuazione della legge. La legge prevista, che prende il nome da Daithi MacGabhann, un bambino di sei anni di Belfast in attesa di un trapianto di cuore, è diventata una pietra miliare nel dibattito politico sull’impasse della condivisione dei poteri a Stormont.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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