Distretto Nord

“UDA e UVF si civilizzino” dicono i leader ecclesiastici

Un gruppo di leader ecclesiastici a East Belfast ha parlato a margine dell’omicidio di Ian Ogle.

Hanno chiesto che l’Ulster Volunteer Force e l’Ulster Defence Association si uniscano immediatamente alla civiltà.

Ian Ogle, 45 anni, è morto il 27 gennaio a Cluan Place, East Belfast, dopo essere stato pugnalato 11 volte.

Il suo omicidio ha puntato i riflettori contro la leadership della UVF di East Belfast.

I lealisti negano che l’omicidio sia stato avallato da loro.

Tuttavia si è appreso che la storia della famiglia Ogle, vissuta sotto la minaccia dei lealisti della UVF, ha causato forti tensioni nell’organizzazione.

Un gruppo di prominenti personalità ecclesiastiche di East Belfast si sono riuniti per rilasciare una dichiarazione.

Hanno detto: “Gli eventi delle ultime tre settimane hanno evidenziato la violenza, l’intimidazione e la criminalità che persiste ancora nella zona est di Belfast – in gran parte associata ai gruppi paramilitari.

“Come pastori e ministri interessati con passione alla gente di questa comunità e città, vogliamo esprimere la nostra sentita solidarietà e condoglianze alla famiglia di Ian Ogle.

“Come leader della chiesa, sosteniamo che non vi è più alcun bisogno, ruolo o giustificazione per le organizzazioni paramilitari”.

Chiediamo ai leader dell’UVF e dell’UDA di prendere provvedimenti immediati per rendere civili le loro organizzazioni, cessando tutte le attività paramilitari, lo spaccio di droga e altri comportamenti antisociali.
– DICHIARAZIONE DEI LEADER ECCLESIASTICI

La dichiarazione continua: “Chiediamo al Consiglio delle Comunità Lealiste (/Loyalist Communities Council) di fare la loro parte nel facilitare questa operazione e nel contrastare la criminalità.

“Diamo il nostro pieno sostegno alla PSNI nel perseguire con rigore le bande criminali organizzate che operano nella zona est di Belfast e ci impegniamo e ci rendiamo disponibili a lavorare con gli altri per districare le nostre comunità da queste influenze coercitive affinché esse possano prosperare”.

Il pastore Kevin Sambrook fu l’ultima persona a parlare con Ian Ogle.

Pregò con lui pochi secondi prima dell’attacco e fu lì negli ultimi momenti di vita di Ian.

“Una vita persa è una vita di troppo e credo che tutti quel giorno abbiano avuto il senso non solo del dolore, ma anche della calma risposta della famiglia stessa, il senso di comunità che c’era e tutte quelle cose insieme significano che c’è possibilità di andare avanti”, ha detto.

Non puoi annullare il passato, ma puoi cambiare il futuro e, per quanto sia triste, speriamo e preghiamo che la morte di Ian diventi un catalizzatore di quel cambiamento.
– PASTORE KEVIN SAMBROOK

Un uomo di 33 anni è stato accusato dell’omicidio di Ian Ogle e rimane in custodia.

Mentre la PSNI continua a cercare i responsabili, i dirigenti della chiesa sperano che questa uccisione sarà un punto di svolta.

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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