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L’ultima lirica dei Miami Showband deve ancora essere scritta


Il massacro della Miami Showband, da poco su Netflix, è un tuffo nelle profondità di una delle peggiori atrocità commesse durante i Troubles dell’Irlanda del Nord. E il documentario dimostra la collusione del governo britannico negli omicidi.

 

La prima volta che Stephen Travers mise le mani su un basso aveva quindici anni. Anni dopo la sua passione lo avrebbe spinto sotto i riflettori dei palchi di tutta Irlanda, ma lo avrebbe reso anche un bersaglio. A 24 anni, Travers entrò a far parte dei Miami Showband. Nel 1975, la loro musica era accompagnata dalle urla selvagge dei giovani che vivevano sotto un rigido conservatorismo da una parte del confine e il conflitto armato dall’altra. Sei settimane dopo che Travers si unì, metà della band fu uccisa. Esce ora per Netflix “The Miami Showband Massacre”, che cerca di fare luce sulla storia di Travers e degli altri componenti.

“Siamo stati una delle principali minacce per chiunque volesse favorire il settarismo”, dice Travers. Lo Showband era “misto”, comprendeva tre membri del Nord, due dei quali protestanti. Tutto quello che importava era la musica – una passione che li immunizzava dalle divisioni politiche che laceravano l’isola. Passavano attraverso i controlli di frontiera senza problemi e spesso i soldati gli chiedevano gli autografi. Nelle prime ore del 31 luglio 1975, cinque membri dello Showband di Miami tornarono oltre il confine dopo uno concerto alla Castle Ballroom di Banbridge quando il loro bus fu investito dalla luce delle torce di quello che sembrava essere un checkpoint militare. Uomini in divisa dell’Ulster Defence Regiment (UDR) ordinarono alla band di uscire. Un uomo con accento britannico sembrava essere al comando. Il trombettista Brian McCoy rassicurò tutti: “questo è l’esercito britannico”. “Uniforme, per me, significava legge e ordine”, dice Travers. “Erano lì per proteggerci.” Qualche istante dopo l’autobus del gruppo era una carcassa che bruciava. Due soldati britannici avevano piazzato una bomba sul bus che poi è esploso. Travers è convinto che sia esploso dopo che l’autobus attraversò il confine, per incastrarli come membri dell’IRA e fare pressione sul governo irlandese per chiudere il confine.

McCoy fu ucciso insieme al frontman Fran O’Toole e al chitarrista Tony Geraghty. Travers fu colpito e quasi morto. Il sassofonista Des Lee, riuscì a scappare e chiedere aiuto. Due soldati in servizio presso l’esercito britannico e un ex soldato, tutti appartenenti alla UVF, furono condannati all’ergastolo. Vennero rilasciati nel 1998 grazie all’amnistia. Travers ha contribuito a fondare la piattaforma di verità e riconciliazione (TaRP), che riunisce i sopravvissuti degli attacchi per affrontare i semi di violenza che ancora germogliano nelle comunità. Il padre di Travers prestò servizio nell’esercito britannico durante la seconda guerra mondiale. È cresciuto nel rispetto dei soldati, il che ha reso ancora più devastante per lui le prove della collusione britannica nel massacro della Showband. Fred Holroyd e Colin Wallace, due ex agenti dei servizi segreti britannici che appaiono nel documentario di Netflix, hanno entrambi sollevato sospetti di collusione con il governo britannico. Holroyd fu successivamente chiuso in un istituto psichiatrico e Wallace fu incastrato per omicidio (poi annullato dalla corte d’appello nel 1996).

Le impronte digitali in seguito trovate su un silenziatore collegherebbero il brigadiere UVF e l’ex soldato britannico Robin “lo Sciacallo” Jackson al massacro della Showband, ma le accuse contro di lui furono lasciate cadere. Nel 1975, Colin Wallace riferì a un alto ufficiale che Jackson era coinvolto negli attentati di Dublino e Monaghan; In seguito, Jackson sarebbe stato protetto e quella accusa caduta.

Più di ogni altra cosa, però, Travers vuole risposte dallo stato britannico. Nel 2017, l’Alta Corte di Belfast ha ordinato alla polizia e al Ministero della Difesa di rilasciare più di 80 documenti relativi agli omicidi della Miami Showband. Tuttavia, il Ministero della Difesa in seguito ha indicato che un gran numero di documenti relativi ai membri dell’UDR coinvolti nell’attacco alla Showband sono stati distrutti nel 2005, ma non ha fornito spiegazioni sul perché o su come ciò sia accaduto.

Travers ora spera che la sua storia potrebbe “raggiungere il mondo intero” grazie al documentario di Netflix. Spera che il film porti consapevolezza delle tattiche intimidatorie usate contro le minoranze e che i politici che diffondano informazioni false incitino alla violenza.

Con la scadenza della Brexit a ottobre prossimo e la questione del confine irlandese ancora lontana da una risoluzione, Travers ha condannato il possibile ritorno a un confine militarizzato con controlli simili a quelli usati durante i Troubles.

 

 

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Appunti di una crociata contro la parola intesa e interpretata come ribellione al diluvio verbale che segna la deriva dei nostri giorni. L’occhio avido del giornalista si tuffa in un luogo chiuso a tutti gli sguardi e profana il tempio dei silenzi dell’ultra-nazionalismo in Europa. Un Candide del terzo millennio che esplora, dissacra e perturba.

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